Missione InSight in arrivo su Marte: l’atterraggio lunedì 26 novembre

Dopo una viaggio di sei mesi. la missione InSight si prepara ad atterrare su Marte.  Lunedì 26 novembre inizierà una delicata serie di operazioni che si concluderanno con il posizionamento del lander sulla superficie del pianeta. La diretta NASA avrà inizio un’ora prima dell’atterraggio, previsto per il 26 novembre intorno alle ore 20:40 italiane. E se tutto andrà come sperato, la sonda inizierà presto ad analizzare, per la prima volta, la struttura interna del Pianeta rosso, grazie a una serie di strumenti sviluppati appositamente per l’occasione.

Cosa accadrà il 26 novembre

Intorno alle 20:40 del 26 novembre, ora italiana, la sonda sarà ai confini dell’atmosfera di Marte, a circa 128 chilometri dalla sua superficie. Potranno quindi avere inizio le delicate procedure di ingresso nell’atmosfera, con discesa e atterraggio, che in meno di un quarto d’ora dovrebbe collocare il lander sul suolo del Pianeta rosso.

Le fasi dell’atterraggio

Una volta iniziata questa fase, la sonda dovrà espellere sequenzialmente molti dei suoi componenti, finché sarà rimasto solo il lander. Il primo elemento che andrà a separarsi è Il cruise stage, che avrà ormai raggiunto il suo scopo: portare la sonda fino a Marte. Dopo questa prima separazione, InSight entrerà nell’atmosfera a quasi 20.000 km/h, ma non prima di orientarsi nel modo corretto per sfruttare al massimo la capacità dello scudo termico, incaricato di assorbire il calore generato dall’attrito con l’atmosfera.

Lo scudo raggiungerà una temperatura di 1.500 gradi, così alta da poter causare interruzioni del segnale radio. Superati gli strati di atmosfera meno densi, verrà attivato un paracadute per stabilizzare la traiettoria della sonda e rallentarne la caduta. A quel punto si sgancerà lo scudo termico e verranno aperte le tre gambe in vista dell’atterraggio. Poco dopo si attiverà il radar, impiegato per calcolare la distanza dalla superficie e verrà espulso l’involucro superiore collegato al paracadute.

Finalmente il lander sarà pronto per tentare un atterraggio propulsivo, ovvero una discesa rallentata da retrorazzi. In questo modo dovrebbe raggiungere il suolo a una velocità costante di 5 km/h. Dalla Terra dovremo quindi incrociare le dita ancora per un po’, per sapere se tutto è andato come sperato: il “beep” che annuncerà il successo dell’atterraggio dovrà infatti percorrere l’enorme distanza che ci separa da Marte, un viaggio di 8 minuti anche per un segnale che si propaga alla velocità della luce.

La missione InSight

InSight, acronimo di “Interior Exploration using Seismic Investigations, Geodesy and Heat Transport”, è la prima missione spaziale che investiga la struttura interna di Marte utilizzando un lander per operare direttamente sulla suprficie del pianeta. I dati che saranno raccolti permetteranno di studiare l’evoluzione dei pianeti rocciosi nel nostro sistema solare, ma anche per comprendere meglio la natura e la composizione dei pianeti extrasolari, e imparare a riconoscerli con maggiore facilità.

Studiando l’interno del Pianeta rosso, la comunità scientifica spera inoltre di avvicinarsi a comprendere in che modo un pianeta in passato simile alla Terra, caldo e dotato di acqua liquida sulla sua superficie, si sia evoluto nel corso di miliardi di anni fino ad arrivare allo stato di desolazione che si osserva attualmente.

Gli strumenti del lander

Lo scopo e le modalità della missione InSight sono quindi diversi da quelli delle missioni NASA precedenti, che hanno analizzato solamente la superficie del pianeta, andando alla ricerca di segni di una presente e passata capacità di Marte di sostenere acqua allo stato liquido e quindi, almeno potenzialmente, la vita. Per misurare l’attività tettonica del pianeta, il lander avrà a disposizione un sismografo, sensibile anche agli impatti dei meteoriti sulla superficie e alle forze di marea causate dal satellite Phobos.

InSight scaverà inoltre fino a 5 metri di profondità grazie allo strumento Heat Flow and Physical Properties Package, che andrà a penetrare il suolo marziano come un chiodo colpito ripetutamente da un martello. Ogni 50 centimetri, la punta emetterà un impulso di calore, studiando la risposta del materiale circostante. Gli sforzi combinati dei due strumenti potrebbero svelare la grandezza del nucleo di Marte e determinare se si trova nello stato liquido o solido.

Credit immagine: NASA/JPL-Caltech

Francesco Pettini

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