Nella primavera del 2012 alcuni astrofili avvistarono qualcosa di strano su Marte, qualcosa a metà tra nuvole e pennacchi nelle zone alte dell’atmosfera (formazioni plume-like, come sono state ribattezzate). Questi pennacchi si alzavano fino a 250 chilometri di altezza, troppo per essere manifestazioni delle tempeste di sabbia che impazzano sul pianeta, che in genere non superano i 50 chilometri. E allora cosa sono?
Oggi, in uno studio pubblicato su Nature, alcuni astronomi guidati da Agustín Sánchez-Lavega della University of the Basque Country di Bilbao, propongono due possibili spiegazioni per quei pennacchi apparsi per una decina di giorni, con forme in continuo cambiamento e che si estendevano anche a coprire aree di 1.000 chilometri per 500 chilometri, ricordano dall’Esa. Per gli scienziati quei plume – qualcosa di simile aveva avvistato già il telescopio Hubble nel 1997 – potrebbero essere state nuvole di particelle ghiacciate o aurore marziane.
Scartata l’ipotesi delle tempeste di sabbia, infatti, queste sono le due più probabili per il team di Sánchez-Lavega. Se si trattasse di particelle ghiacciate (acqua o anidride carbonica) significherebbe però che a quelle quote l’atmosfera marziana è più fredda di quanto ritenuto finora. L’altra ipotesi, quella di un aurora marziana– su Marte fenomeni analoghi alle nostre aurore sono stati documentati – sembra invece meno probabile.
Per capire di cosa esattamente si tratti sarà però necessario aspettare di avvistare di nuovo questi pennacchi, con un po’ di fortuna da parte della navicelle che scorrazzano nei dintorni del pianeta rosso, come Maven della Nasa, l’indiana Mangalyaan e con l’arrivo di e ExoMars Trace Gas Orbiter (Tgo) nel 2016.
Via: Wired.it
Credits immagine: W. Jaeschke and D. Parker
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