Muore Asterix, il superlaser

Quest’anno il laser Asterix – un grosso sistema realizzato meno di dieci anni fa al Max Planck Institut fur Quantenoptik di Garching (Mpq), in Germania – smetterà di funzionare. Asterix è, per prestazioni e dimensioni, il secondo laser europeo, dopo quello del Rutherford Laboratory in Inghilterra, ed è stato realizzato alla fine degli anni ‘80 per studi sui plasmi prodotti da laser e la fusione a confinamento inerziale. La decisione di chiuderlo ha fatto scalpore nella comunità scientifica europea per diverse ragioni. Il lavoro di Asterix si è focalizzato sulla produzione di raggi X “termici”, cioè con uno spettro di corpo nero (che segue la formula di Planck), generati all’interno di piccole cavità scaldate dal laser. Questi studi sono di grande importanza per la fusione a confinamento inerziale nella quale un bersaglio termonucleare, cioè composto da idrogeno e suoi isotopi (deuterio e trizio), dovrebbe implodere sotto la pressione generata dai raggi X in modo da innescare le reazioni di fusione nucleare. Inizialmente, la ricerca svolta all’Mpq (e sullo stesso argomento ad Osaka in Giappone) è stata molto osteggiata. Nello stesso periodo, infatti, le analoghe ricerche svolte al Livermore Laboratory negli Usa utilizzando Nova (il più grande laser del mondo) erano soggette al segreto militare, per presunti rischi legati alla proliferazione nucleare. In seguito, il Department of Energy americano ha concluso che non esistevano grossi rischi, e le ricerche sono state rese pubbliche. In questi anni Asterix non ha però lavorato solo per la fusione: sono stati effettuati molti altri esperimenti, che vanno dalla fisica dei laser ad applicazioni come la microscopia a raggi X. Lo stesso progetto e realizzazione di Asterix, da questo punto di vista, possono essere considerati delle sfide scientifiche e tecnologiche vinte. A differenza di Nova o di Vulcan, il laser del Rutherford, che sono basati sulla tecnologia ormai consolidata dei laser a neodimio, Asterix è un laser a gas (iodio) che offre molti vantaggi: la qualità e l’uniformità del fascio laser ottenuto, infatti, sono molto migliori. Da pochi anni Asterix aveva ottenuto lo status di “large facility” europea. Ciò significa che riconoscendo l’unicità e l’interesse dell’installazione, la Comunità Europea aveva deciso di finanziare il progetto permettendo a gruppi di ricerca europei (tra cui alcuni italiani) di svolgere esperimenti all’Mpq. Asterix chiude insomma non solo in un momento in cui la sua produzione scientifica è particolarmente alta, ma anche quando il suo costo è stato praticamente ammortizzato, ed anzi la macchina è in attivo dal punto di vista economico grazie ai finanziamenti europei. Quali sono allora le ragioni della decisione? Probabilmente una buona dose di miopia scientifica, legata alle pressioni di altri istituti o centri di ricerca che per ragioni di prestigio e di finanziamenti preferiscono vedere sparire un pericoloso “concorrente”. Il tutto è reso possibile da un’anomalia del funzionamento della societa’ Max Planck: quando il direttore va in pensione, la vita stessa dell’istituto è rimessa in discussione.

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