È davvero difficile restare immuni al fascino di Stranger Things, la cui quarta stagione, da poco rilasciata da Netflix, ha infiammato i fan come mai era successo per i precedenti capitoli. Merito, probabilmente, di una sceneggiatura più matura e di alcuni momenti che resteranno nella nostra memoria per molto tempo.
Tra questi, due delle scene più emblematiche sono, senza dubbio, il salvataggio di Max dalle grinfie del cattivo protagonista della stagione, Vecna, e il concerto metal di Eddie nel Sottosopra. La musica sembra avere un ruolo davvero fondamentale in questa quarta stagione. Se, per Eddie, suonare Master of Puppets dei Metallica, per distrarre i temibili demo-pipistrelli che proteggono la casa di Vecna, rappresenta un momento di redenzione, di liberazione dai sensi di colpa che lo attanagliano per aver abbandonato la cheerleader Chrissy alla morte per mano del villain, per Max la musica rappresenta una vera e propria ancora di salvezza. È, infatti, grazie a Running Up That Hill di Kate Bush e ai suoi amici, che la ragazza riesce a fuggire alla maledizione di Vecna. Il cattivo di questa stagione, infatti, riesce a entrare nella mente delle sue vittime, di cui conosce le paure più recondite, i segreti più nascosti e le ombre più buie.
La riflessione che Vecna sia una metafora della depressione, quindi, non fatica a prendere forma. Infatti, la presenza di tristezza, la perdita di interesse per il mondo esteriore, i disturbi del sonno e i sensi di colpa che sperimentano le vittime del cattivo di Stranger Things sono davvero simili ai sintomi della depressione. E, secondo la narrazione dei fratelli Duffer, sceneggiatori e registi della serie, la musica avrebbe un potere salvifico. Ma può essere così anche nella realtà?
La musicoterapia nel trattamento della depressione
Secondo diversi studi, infatti, la musicoterapia, cioè l’uso professionale della musica come strumento educativo o curativo, può essere utile per modulare stati d’animo ed emozioni, fornendo effetti benefici a breve termine nelle persone con depressione.
Un grande studio della Cochrane (una review) che ha analizzato la letteratura scientifica presente sull’argomento ha rivelato che la musicoterapia è in grado di rendere più efficaci i trattamenti tradizionali per la depressione, oltre a ridurre l’ansia e migliorare l’umore (ad esempio, mantenendo alto il coinvolgimento nel lavoro, nelle attività e nelle relazioni). Certo, è un tema ancora da indagare, con studi mirati e ben disegnati, ma qualcosa dice.
Le sedute di musicoterapia, in ambito medico, prevedono incontri regolari con un musicoterapeuta qualificato e possono aiutare a migliorare l’umore attraverso l’espressione emotiva. Inoltre, possono essere fruite individualmente o in gruppo, a seconda della valutazione dei singoli pazienti. Durante le sessioni, non è praticato solo l’ascolto, ma anche l’improvvisazione e la composizione, per chi sa suonare uno strumento (come Eddie). Come riportano gli autori della review, in entrambi i metodi, attivi e ricettivi, il musicoterapeuta e i partecipanti sono attivamente coinvolti, singolarmente o in gruppo. Le sessioni, ovviamente, sono svolte all’interno di un quadro terapeutico strutturato, continuano gli esperti, che serve come base per l’intervento di musicoterapia.
I poteri della musicoterapia
Sono stati in molti a chiedersi come e perché la musica potesse funzionare contro stati depressivi. E fuori di dubbio, scrivono gli esperti nella review della Cochrane riassumento le evidenze in materia, che “la musica è un potente stimolo che evoca e modula gli stati d’animo e le emozioni”, che il terapeuta può aiutare a elaborare. Ma fare musica è spesso un’attività sociale e piacevole, e le associate sensazioni di coinvolgimento, potrebbero aiutare a combattere gli stati depressivi. Ma l’esperienza della musicoterapia potrebbe contribuire anche a comunicare, a migliorare l’attenzione e a provare sentimenti di autostima e realizzazione.
Nella musicoterapia ricettiva, il musicoterapeuta incoraggia il paziente ad ascoltare e a rispondere silenziosamente, verbalmente o in un’altra modalità. Molto spesso, viene proprio utilizzata la canzone preferita dal paziente, come succede con Max nel suo scontro con Vecna. La musicoterapia ricettiva sarebbe, quindi, in grado di stimolare i sensi, indurre stati d’animo ed evocare sentimenti e riflessioni.
Nonostante in Italia non sia ancora riconosciuta come una vera professione sanitaria, la musicoterapia, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), può ridurre i sintomi di ansia e depressione, negli adulti e nei bambini, probabilmente grazie alla modulazione di neurotrasmettitori come la serotonina e il cortisolo, correlati all’umore.
Le evidenze riportate negli studi suggeriscono, quindi, che la musicoterapia, nonostante non possa essere considerata una vera e propria cura per la depressione, se aggiunta al trattamento (psicoterapia in combinazione con farmaci, assistenza collaborativa, terapia occupazionale), possa aiutare le persone colpite da disturbi depressivi, migliorando i sintomi legati alla condizione e l’integrazione sociale.
Insomma, il potere salvifico della musica in Stranger Things sembra avere un fondo di verità e, a quanto pare, avere a portata di mano la nostra playlist preferita, non potrà che farci bene.