Salute

Mutilazioni genitali femminili per 8 mila bambine ogni giorno

Mutilazioni genitali femminili. Dire che si tratta di una terribile violazione dei diritti umani dovrebbe già essere più che sufficiente perché gli stati vi si oppongano con ogni mezzo. Davvero non basta? Allora vediamola da un’altra prospettiva: questa barbarie costa al mondo 1,4 miliardi di dollari ogni anno. A sostenerlo è l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), che oggi 6 febbraio in occasione della Giornata internazionale di tolleranza zero per le mutilazioni genitali femminili ha diffuso le stime di spesa richiesta per far fronte a tutte le esigenze mediche che ne conseguono.

I numeri

Sebbene l’Oms abbia registrato una flessione nella pratica, ogni anno nel mondo 3 milioni di bambine, adolescenti, donne subiscono una mutilazione genitale (asportazione del clitoride e delle grandi e/o piccole labbra, infibulazione, escissione o qualsiasi altra forma di raschiamento, perforazione e incisione). Vuol dire 8 mila bambine ogni giorno. Le mutilazioni genitali femminili (MGF) sono derivate da convinzioni socioculturali particolarmente radicate in Africa, ma vengono praticate anche in Medio Oriente e in Asia.

Un trauma fisico e psicologico

Oggi 200 milioni di donne convivono con una MGF in circa 30 Paesi. Tutte hanno affrontato e continuano ad affrontare gravi rischi per la propria salute e il proprio benessere psicofisico.
Sono conseguenze immediate, come infezioni e sanguinamenti, dovute all’atto stesso della mutilazione. Ma gli effetti si ripercuotono per tutta la vita delle donne, che hanno maggiori probabilità di soffrire di infezioni croniche, di provare dolore durante i rapporti sessuali (eliminare la possibilità di provare piacere è una delle motivazioni delle MGS) o durante il mestruo o persino durante la minzione. Per non parlare delle complicazioni anche letali che possono esserci durante il parto. I traumi psicologici sono incalcolabili.

Uno strumento interattivo contro le mutilazioni genitali femminili

Quello che si può calcolare, invece, sono i costi che risulterebbero se tutte le esigenze mediche che conseguono alle mutilazioni genitali femminili fossero soddisfatte. Costi paralizzanti, che l’Oms ha calcolato grazie a un nuovo strumento di modellizzazione interattivo (disponibile qui): per i singoli Paesi ammonterebbero in media al 10% della spesa sanitaria annuale, e per alcuni Paesi arriverebbero addirittura al 30%. In totale 1,4 miliardi di dollari all’anno per il mondo.“I costi sanitari elevati per i Paesi aumentano a causa dei tragici impatti personali su donne e ragazze. I governi hanno la responsabilità morale di contribuire a porre fine a questa pratica dannosa “, ha sottolineato Prosper Tumusiime dell’OMS. “Le MGF fanno del male alle ragazze, impongono rischi per tutta la vita alle donne che diventeranno e mettono a dura prova i sistemi sanitari che devono trattarle”.

I vantaggi della prevenzione

“Le MGF non sono solo un catastrofico abuso dei diritti umani che danneggia in modo significativo la salute fisica e mentale di milioni di ragazze e donne”, ha aggiunto Ian Askew, direttore del Dipartimento di salute e ricerca sessuale e riproduttiva dell’OMS. “Sono anche un drenaggio delle risorse economiche vitali di un Paese”. Urgono, insomma, provvedimenti. Le simulazioni dell’OMS mostrano infatti che se la pratica venisse abbandonata il risparmio sanitario entro il 2050 sarebbe superiore al 60%. Ma se niente cambierà, l’aumento della popolazione (e quindi delle bambine sottoposte a Mgf) farà lievitare i costi del 50% nello stesso arco di tempo.

Mara Magistroni

Nata e cresciuta nella “terra di mezzo” tra la grande Milano e il Parco del Ticino, si definisce un’entusiasta ex-biologa alla ricerca della sua vera natura. Dopo il master in comunicazione della scienza presso la Sissa di Trieste, ha collaborato con Fondazione Telethon. Dal 2016 lavora come freelance.

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