Salute

Narcisismo, sui social il 20% degli italiani rischia il disturbo mentale

Una vera e propria epidemia di narcisismo dilaga nel mondo. E a scatenarla, creando anche dipendenza, sono i social network, Facebook in testa. Diciamo la verità, chi non lo ha mai pensato o detto, magari in qualche chiacchiera al bar? Ma questa volta le prove sono oggettive: ad accusare il social più popolare sul pianeta di alimentare un’escalation di comportamenti narcisistici a livello patologico è un gruppo di scienziati della Swansea Universty, nel Regno Unito, e dell’Università Statale di Milano. Sulle pagine di The Open Psychology Journal, un loro studio dimostra che postare selfie e altri contenuti visuali potenzia i tratti narcisistici della personalità a tal punto da innescare un meccanismo di auto esaltazione che rischia di sfociare nel patologico.

I narcisi sbocciano su Facebook

Il narcisismo è una caratteristica della personalità che spinge alla ricerca di visibilità, con presunzione di superiorità e tendenza a strumentalizzare gli altri. Per capire se e quanto la condivisione di immagini, selphie e altri contenuti visivi può spingere verso comportamenti narcisistici i ricercatori hanno monitorato per quatto mesi i cambiamenti di personalità in 74 soggetti di età compresa tra 18 e 34 anni. Registrando, in parallelo, le loro attività social.

I risultati sono stati inequivocabili: più i soggetti usavano i social per postare immagini, più mostravano tratti narcisistici.  In particolare, nei soggetti con uso problematico dei social legato ai post visivi, dopo quattro mesi, i tratti narcisistici erano aumentati del 25%, arrivando in molti di loro a superare il cut-off clinico per il disturbo narcisistico di personalità.

Narcisismo aizzato dai selfie

“Sapevamo che c’è un rapporto tra narcisismo e uso di post visivi sui social”, spiega Phil Reed, ricercatore della Swansea University e primo autore dello studio, “ma non era chiaro se i narcisisti prediligessero questa modalità sui social, né se l’uso delle varie piattaforme potesse provocare un aumento del narcisismo. Il nostro studio ha confermato entrambi i casi e, in particolare, che postare selfie fa diventare sempre più narcisisti”.

Tutti i partecipanti allo studio, salvo uno, hanno frequentato i social network, con un tempo medio di permanenza on line di circa 3 ore al giorno, escluso l’uso ai fini lavorativi. Ma alcuni hanno dichiarato di usare i social anche 8 ore al giorno per scopi non professionali. Il 60% dei partecipanti usava Facebook, il 25% Instagram e il 13% Twitter o Snapchat, nella stragrande maggioranza dei casi, per postare immagini.

Chi è a rischio e chi è immune

“Se consideriamo il nostro campione come rappresentativo della popolazione, cosa piuttosto realistica, significa che circa il 20% delle persone potrebbe essere a rischio di sviluppare tratti narcisistici associati a un uso problematico dei social in modalità visiva”, afferma Reed.  “L’uso dei social centrati sulle modalità visive”, aggiunge  Roberto Truzoli dell’Università di Milano, supervisore della ricerca, “può enfatizzare la percezione degli individui narcisistici di essere al centro dell’attenzione”. E in assenza di fattori inibenti, di una censura sociale ‘diretta’, la personalità narcisistica non ha limiti: tende a presentarsi in modo grandioso e a realizzare fantasie di onnipotenza.

Relativamente immune a questo “narcisismo virale” sarebbe invece chi usa i social soprattutto per postare contenuti verbali, come su Twitter. Del resto, spiegano i ricercatori, dai livelli iniziali di narcisismo dei partecipanti si poteva desumere l’aumento di questa modalità di utilizzo dei social nel tempo. Più erano narcisisti all’inizio, più contenuti verbali avrebbero postato in seguito. “Ma considerata la predilezione per i social in modalità visiva e, in particolare di Facebook, conclude Reed, “possiamo prevedere una crescente diffusione del disturbo narcisistico di personalità”.

Riferimenti: Visual Social Media Use Moderates the Relationship between Initial Problematic Internet Use and Later Narcissism

Alessandro Di Bitonto

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