Categorie: Spazio

Nasa: “Vogliamo mettere una luna intorno alla Luna”

Pochi mesi fa vi avevamo raccontato il nuovo piano della Nasa per trascinare l’asteroide Bennu nei pressi della Luna. Mercoledì scorso però è arrivata una parziale smentita. La Nasa ha infatti annunciato ufficialmente i dettagli della sua Asteroid Redirect Mission (o Arm), una missione da 1,25 miliardi di dollari che punta sì a raggiungere un asteroide, ma per staccarne un frammento di circa 4 metri che verrà quindi trascinato in orbita lunare, per essere poi studiato da missioni con personale umano.

Si tratta di un parziale passo indietro quindi, che farà lievitare i costi della missione, ma che dovrebbe in compenso aumentare le chance di successo, e permettere di sperimentare una maggiore quantità di tecniche e tecnologie per il volo nello Spazio aperto. Il vero obbiettivo infatti non è tanto lo studio (pur fondamentale) dell’asteroide in sé, quanto piuttosto trovare un banco di prova per le apparecchiature che verranno utilizzate nel vero grande obbiettivo dei prossimi decenni: raggiungere Marte con una missione umana.

Il progetto per ora prevede la partenza di una sonda priva di equipaggio nel 2020, che dovrebbe raggiungere un asteroide e rimanere nella sua orbita circa un anno, per poi staccarne un frammento da portare via e depositare nel 2023-2024 in orbita intorno alla Luna. A quel punto avrà inizio la parte della missione con equipaggio umano, che raggiungerà il frammento di asteroide nel 2025 a bordo della nuova capsula Orion, per studiare la roccia, possibilmente farsi una passeggiata su di essa, e poi raccoglierne un campione da portare a Terra.

Sulla scelta dell’asteroide la Nasa ancora non si sbilancia, e ha annunciato che la decisione non sarà effettuata prima del 2019. I possibili candidati comunque sono per ora tre: il già citato Bennu, l’asteroide Itokawa, e quello che attualmente gli scienziati dell’agenzia ritengono l’obbiettivo più plausibile, ovvero 2008 Ev5, una roccia che segue un’orbita simile a quella della Terra, sulla cui superficie sono state avvistate “pietre” delle dimensioni adatte per essere staccate dalla sonda e trasportate via.

Nel corso della missione la Nasa spera di testare un gran numero di nuove tecnologie, come la Solar Electric Propulsion che dovrebbe alimentare la sonda e le nuove tute spaziali pensate per le operazioni nello spazio profondo, e spera di offrire alle compagnie private interessate l’occasione di sperimentare le tecniche necessarie per estrarre metalli dagli asteroidi.

Tutto sembra deciso dunque, ma per la conferma ufficiale bisognerà aspettare di vedere se la missione Arm verrà inserita nelle proposte di budget della Nasa dei prossimi anni.

Via: Wired.it

Credits immagine: Nasa

Simone Valesini

Giornalista scientifico a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. Laureato in Filosofia della Scienza, collabora con Wired, L'Espresso, Repubblica.it.

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