Nella rete del gioco

Siete di quelli che invitano gli amici a casa per giocare a Risiko? Ormai non vi dovete più preoccupare di preparare birra e patatine. I nuovi giochi di società potete giocarli direttamente da casa, basta avere un computer connesso a Internet. Ed entrare in un Multiple User Dungeons o più brevemente un Mud, cioè un mondo virtuale in cui gli utenti interagiscono e giocano tra loro. Dai primi Mud della fine degli anni Settanta, esclusivamente testuali, si è arrivati ai più recenti con immagini sofisticate, alcune addirittura tridimensionali, per riprodurre ambienti spesso di genere gotico o horror.

I più diretti antenati sono i giochi d’avventura tipo “Dungeons and Dragons”, che prevedono combattimenti tra i giocatori e prove da superare, come in Illusia (http:// www.illusia.com/), di ambientazione vagamente medioevale; o Imperium Gotique (http://www.pitek.fi/games/Mud.html), ambientato in una Londra futuribile, ultimo baluardo dell’umanità contro il Caos.

Niente più accese discussioni attorno ai vecchi “giochi da tavolo” dunque. Ma, sebbene virtuali, i giochi in rete sono pur sempre un ambiente sociale, con le proprie regole. “La prima cosa da ricordare”, spiega Jennifer Smith, curatrice di un sito pieno di informazioni sui Mud (http://www.lysator.se/Mud/faq/faq1.html), “è che si sta interagendo con degli esseri umani, anche se in modo virtuale. Dovrebbero quindi valere tutte le norme di gentilezza e i comportamenti usuali del mondo reale. La lontananza fisica e l’anonimato permette a molte persone di essere però più rilassate, rimuovendo molte formalità tipiche degli incontri faccia a faccia. Arrivando anche a estremi come il ‘flaming’, cioè la conversazione aggressiva e offensiva nei confronti di un altro partecipante”.

Purtroppo alcune cattive abitudini del mondo reale fanno capolino anche in quello dei Mud. “Quando un personaggio che si dichiara di sesso femminile entra in una stanza virtuale, tutti i maschi presenti si radunano attorno a lei, importunandola”, prosegue la Smith, “questo spiega anche perché nei Mud si trovino più uomini che donne: non perché le donne non vi accedano, ma lo fanno spesso con una falsa identità maschile”. E il parallelo con il mondo reale non finisce qui. Che dire, per esempio, della gerarchia? “Ogni Mud ha un suo creatore (che si definisce modestamente ‘God’) che può fare ciò che vuole a chi vuole quando vuole.

Esiste poi un gruppo di ‘Wizards’, giocatori con una lunga frequentazione o vincitori con il più alto punteggio, che sono pure molto potenti”. Tra l’altro, tra God e Wizards, a volte spunta anche qualche sorpresa, come quella di Julia: una fanciulla che per mesi aveva catturato l’attenzione di molti utenti, finché non si è scoperto che era un bot, cioè un programma di computer che finge di essere una persona.

A questo punto, per chi vuole provare in prima persona, ecco qualche altro riferimento. C’è, per esempio, Lumen et Umbra (http:// www.teta.it/software/giochi.html), il primo Mud italiano che mette anche a disposizione una guida (http://www.teta.it/dati/leuhelp3) per i più inesperti. Per arrivare ai Mud 3D, ancora più realistici, come Meridian59 (http:// personal.nasc.mass.edu/jforrest/meridian59/). Ma nei Mud si può entrare anche per visitare luoghi naturali, magari in compagnia di altre persone, come nel sito dell’Oasi del Lago di Burano (http://burano.infobyte.it/istruzioni/visita.html) nel quale il vostro personaggio, o meglio il vostro avatar, può passeggiare per l’oasi accompagnata da un esperto del Wwf.

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