Nike. Il gioco e la vittoria

Sull’onda del gran successo riscontrato da “Sangue e Arena” nel 2001, che inaugurò gli spazi espositivi del Colosseo ovvero l’Anfiteatro Flavio, gli organizzatori di questa mostra romana hanno scelto lo stesso luogo. Puntando ancora sulla tematica dell’agonismo in età classica ma spostando il tiro dalle gare gladiatorie ai giochi olimpici. Materia da cui la mostra attinge a piene mani è proprio la storia dei Giochi, a partire da quel 776 a.C., data d’origine delle Olimpiadi. Da allora si sviluppò la periodos, scandita dai Giochi Panellenici, le quattro principali manifestazioni agonistiche del tempo: i giochi Olimpici, che si tenevano ad Olimpia in onore di Zeus; quelli di Delfi, i Pitici, in onore di Apollo; i Giochi Istmici di Corinto, grande città portuale, e, infine, i giochi Nemei, nel Peloponneso, dove una delle leggendarie fatiche di Eracle (appunto contro il leone nemeo) era presa a modello agonistico.I giochi permeano tutta la cultura greca, come ha dimostrato Jacob Burckhardt. e basterebbe il loro inserimento sia nell’Iliade che nell’Odissea, rispettivamente quelli in onore della morte di Patroclo (XXIII libro) e quelli per Ulisse voluti da Alcinoo (VIII), per capirne la portata.Ciò che salta agli occhi visitando la mostra è la lontananza siderale dello spirito che animava Pierre de Coubertin, fondatore nel 1896 delle Olimpiadi moderne, dalle manifestazioni antiche, paradossalmente molto più vicine all’idea odierna di sport. Vale a dire: delirio popolare per campioni dagli altissimi compensi, le cui imprese sportive potevano alimentare la propaganda politica. Nulla di più sbagliato è, quindi, immaginare alcun tipo di dilettantismo a questi livelli, da considerare una pura invenzione moderna.Il percorso della mostra si apre con la splendida Vittoria di Napoli, che permette una interessante confronto iconografico. Se la Nike classica è alata e appare in punta di piedi, come se fosse in atto di atterrare o di spiccare il volo, la Vittoria passa velocemente, va colta al momento giusto. Non a caso tale concetto di fuggevolezza e quindi tali caratteristiche iconografiche sono le stesse del greco Kairos e della più occidentale Occasio.L’allestimento si propone come un’immersione in “immagini e versi”, che unisce magnifici manufatti artistici a versi letterari a tema desunti dalla letteratura classica. Così ci si trova davanti al Pugile delle Terme, uno dei bronzi più famosi dell’antichità, oppure alle copie romane del Discobolo di Mirone o al Doriforo di Policleto, introdotti da versi di Pindaro che aiutano il visitatore a entrare in un mondo di oltre duemilacinquecento anni fa. Altri capolavori della mostra sono i Corridori di Ercolano, per la prima volta portati lontano da Napoli, i Lottatori di Ostia, esposti solo ora dopo un lungo restauro, e i mosaici delle Terme di Caracalla.Le opere, circa settanta tra statue, vasi, rilievi, mosaici, corredi atletici, attrezzi di gioco, provengono dal Museo Nazionale di Taranto, dal Museo Archeologico di Napoli, dal Louvre, dal Museo delle Terme di Diocleziano, dalle tombe di Lanuvio e Vulci, e vengono presentate secondo un itinerario che idealmente va dal ginnasio, alla gara, fino alla premiazione dell’atleta, illustrando le varie discipline sportive.

NIKE. IL GIOCO E LA VITTORIA
Fino al 7 gennaio 2004
Roma – Anfiteatro Flavio
Orari: dalle 9 alle 19.30 (fino al 31 agosto)dal 1 al 30/9/2003: ore 9.00 18.30dal 26/10 al 7/01/2004: ore 9.00-16.30
Biglietto: intero € 10,00 ridotto € 6,00€ 2,00 (sotto i 18 e oltre i 65 anni per cittadini della UE dei paesi in condizioni di reciprocità)
Info, prenotazioni e visite guidate: Pierreci tel. 06.39967700 Catalogo: Electa

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