Categorie: Salute

No agli ormoni combinati

Una speranza delusa, quella dell’uso degli ormoni combinati in menopausa, per prevenire alcune malattie neurologiche gravi, come l’Alzheimer. È quanto emerge da uno studio apparso su The Journal of the American Medical Association e condotto da un tema di ricerca della Wake Forest University di Winston-Salem, North Carolina. L’uso degli ormoni combinati, infatti, non solo non previene, ma può essere dannoso: produce un incremento di patologie che riguardano il sistema nervoso. Come? Probabilmente accentuando il rischio di coaguli e il restringimento dei capillari venosi nel cervello. Ciò può danneggiare le cellule nervose e produrre le condizioni di una demenza vascolare, contribuendo al morbo dell’Alzheimer. Le più esposte a queste controindicazioni sembrano essere le donne con età superiore ai 65 anni. Lo studio ha osservato un campione di 4.532 donne, in 39 centri per quattro anni, divise in due sottocampioni. La metà ha ricevuto la somministrazione di Prempo, un farmaco della Wyeth imputato di aumentare i rischi di Alzheimer, le altre solo un placebo. Quaranta i casi che hanno sviluppato la demenza nel gruppo trattato, nell’altro sono stati 21. Il dato finale evidenzia che 23 casi di demenza su 10 mila donne sono da correlare all’uso degli ormoni combinati. Un altro studio, reso noto lo scorso luglio, aveva già suonato campanelli d’allarme anche su un legame, seppur debole, del cancro al seno o dell’infarto con donne trattate con terapie a base di ormoni combinati. Tuttavia, ci si interroga sulla posologia e il dosaggio. Infatti, Wolf Utian, direttore della Società Nordamericana di Menopausa, riconosce i benefici dei soli estrogeni in menopausa e suggerisce di osservare le modifiche nei trattamenti variando le loro modalità e limitandone l’uso solo ad alcuni giorni del mese. (mo.s.)

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