“Non discriminiamo gli anziani”

Oggi un italiano su cinque ha più di 65 anni, tra vent’anni uno su quattro. Alla terza età appartengono il maggior numero di persone malate di tumore: circa i due terzi delle neoplasie diagnosticate ogni anno. Eppure mancano studi che individuino le terapie più appropriate proprio per questo vasto bacino di pazienti così come manca il sostegno socio-sanitario adeguato a garantirne la cura. Sono questi i risultati della prima indagine mai realizzata in Italia fra i primari di oncologia medica a cui è stato chiesto di fotografare l’emergenza anziani, presentati oggi in una conferenza stampa presso la Camera dei Deputati. La grande maggioranza degli intervistati (61,7 per cento) ritiene che gli over 65 corrano il rischio di non ricevere cure adeguate, per una sorta di discriminazione. Per contro l’87,4 per cento afferma che “agli anziani deve essere dedicata più cura ed attenzione rispetto a un paziente adulto”. “Confrontarsi con un malato oncologico anziano vuol dire fare i conti con una complessità data dalla presenza di patologie tipiche dell’età e perciò di terapia farmacologiche già in corso. Per questo vanno sperimentate linee guida adatte a questo tipo di pazienti”, ha dichiarato Silvio Monfardini, direttore divisione oncologia medica dell’Azienda-Ospedale Università di Padova e presidente dell’Associazione Oncologia per la Terza Età (Aiote). L’indagine, realizzata da Ermeneia, è stata promossa dalla Società Internazionale di Oncologia Geriatrica e da Aiote con il contribuito di Novartis, ed è il secondo capitolo di un progetto di ricerca che nel 2003 era stato avviato con un’indagine sulla consapevolezza della popolazione sulla condizione del paziente oncologico anziano. (l.g.)

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