La discalcolia (di cui soffre il sei per cento dei bambini) non è una semplice avversione per i numeri, ma una vera e propria malattia su base genetica, collegata a un’anomala attività del solco intraparietale destro del cervello. Lo afferma uno studio condotto da un gruppo di ricercatori francesi dell’Institute National de la Santé et de la Recherche Médicale, guidati da Nicolas Molko. Il lobo parietale, di cui il solco intraparietale fa parte, è coinvolto nel riconoscimento visivo e spaziale e le alterazioni di questa regione della corteccia cerebrale potrebbero indurre difficoltà negli allineamenti numerici. Attraverso la risonanza magnetica, i ricercatori francesi hanno potuto rilevare, inoltre, come il solco intraparietale fosse breve e poco profondo in donne affette dalla sindrome di Turner, anomalia cromosomica spesso associata a discalcolia e a problemi di apprendimento in genere. La discalcolia fa parte di un più ampio spettro di difficoltà di apprendimento della matematica che probabilmente non coinvolgono una sola regione del cervello, come afferma David Geary, psicologo dello sviluppo presso l’Università del Missouri. Equivalente matematico della dislessia, la discalcolia è molto meno studiata anche perché si trova spesso associata ad altri disturbi del linguaggio e dell’attenzione dai quali risulta difficile distinguerla. Tuttavia, l’attenzione nei confronti di questa malattia è in aumento, tanto che quest’anno l’Istituto Nazionale di Sanità e il Dipartimento dell’Educazione degli Stati Uniti ha stanziato circa 18 milioni di dollari per finanziare progetti di ricerca sull’argomento. I ricercatori ora si augurano che le tecniche di neuroimmagine che consentono di individuare le anomalie cerebrali, possano facilitare la diagnosi di questa rara malattia, finora affidata a semplici test cognitivi. Le ricerche potrebbero quindi contribuire allo sviluppo di nuove tecniche didattiche che possano aiutare i bambini affetti da discalcolia a elaborare strategie di calcolo a loro più congeniali. (s.p.)
