A poche settimane di distanza dall’annuncio del completamento del sequenziamento del genoma umano, dalla Svezia arriva una notizia che ridimensiona il ruolo dei geni. Almeno nello sviluppo di alcuni tipi di tumore. Lo rivela uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine che ha preso in considerazione 45 mila coppie di gemelli omozigoti (con lo stesso patrimonio genetico) ed eterozigoti (con il 50 per cento del patrimonio genetico uguale). La ricerca, condotta da un team di ricercatori del Karolinska Institute di Stoccolma, ha messo in evidenza che anche se uno dei due gemelli è malato di cancro, il rischio di ammalarsi per l’altro fratello non aumenta. A questo risultato si è giunti osservando che sia gli omozigoti che gli eterozigoti presentavano la stessa probabilità di ammalarsi. Si è quindi stimato che il contributo dato dai geni oscilla fra il 27 e il 42 per cento nei casi di cancro al colon-recto, al seno e alla prostata, mentre sarebbero alcuni fattori ambientali, l’alimentazione e il fumo a fare il resto. (ma.gia.)
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