Ritornare a vedere grazie alla bioingegneria. Questo il risultato raggiunto simultaneamente da ricercatori di Taiwan e della California che hanno elaborato due tecniche molto simili per la produzione in laboratorio di nuove cornee. Il metodo consiste nel prelievo di cellule staminali, quelle cioè che non hanno assunto alcuna caratteristica specifica, da una cornea sana (dello stesso paziente o di un suo parente) utilizzate per sviluppare in laboratorio un tessuto con la stessa elasticità e proprietà della cornea naturale. La nuova tecnica, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista specializzata Cornea e sul New England Journal of Medicine, è stata già sperimentata con successo su alcuni pazienti che non avevano risposto ad altri tipi di terapie. Ma i possibili sviluppi non riguardano solo l’oftalmologia: la cornea, come l’epidermide è costituita da cellule epiteliali, di cui è fatto più del 60% dei tessuti del nostro corpo. Quindi queste nuove metodologie di trapianto potrebbero essere trasferite ad altre parti del corpo, tra cui il tratto gastrointestinale, la vescica e i polmoni. (ma.gia.)
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