“Non sopportiamo la tortura”

Donne stuprate o che subiscono mutilazioni genitali. Bambini violentati, mutilati, costretti a combattere. Omosessuali ed extracomunitari che subiscono abusi e pestaggi da parte delle forze dell’ordine. Queste sono solo alcune delle forme che la tortura assume in molte parti del mondo, compresa l’Europa. E contro questa violazione dei diritti umani è scesa ancora una volta in campo Amnesty International, che da anni lotta per l’abolizione di ogni forma di tortura o trattamento crudele, degradante e inumano. L’organizzazione umanitaria ha lanciato una nuova campagna dal titolo “Non sopportiamo la tortura”, che correrà lungo la penisola per tutto il 2001. Fra gli obiettivi principali vi è quello di far approvare e rispettare da tutti i governi un Programma in 12 punti per la prevenzione della tortura praticata da chi opera per conto dello Stato. Solo questo potrà dare prova, secondo gli organizzatori, dell’intenzione dei governi di porre fine a questa pratica e di impegnarsi a livello mondiale per la sua abolizione.

Sebbene bandita dal 1948 con la Dichiarazione dei diritti umani, nella realtà la tortura viene attuata quotidianamente in tutto il mondo. E in un regime di totale impunità. Ne sono vittime uomini, donne, bambini, per i motivi più disparati: discriminazione razziale, politica o religiosa, ragioni di stato e di giustizia, scelte sessuali. La campagna lanciata lo scorso 18 ottobre prevede dibattiti e giornate di mobilitazione nazionale nelle date simbolo dell’affermazione dei diritti umani: il 20 novembre, giornata mondiale dell’infanzia; il 10 dicembre, anniversario della proclamazione della Dichiarazione dei diritti umani e dell’approvazione della Convenzione contro la tortura; 8 marzo, giornata della donna; 28 maggio, anniversario della fondazione di Amnesty; e, infine, 26 giugno, giornata internazionale delle vittime della tortura.

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