Nuotando nello sciroppo

Nuotare in una piscina piena d’acqua o in una riempita con sciroppo non fa alcuna differenza. È questa la paradossale conclusione di uno studio condotto da due fisici dell’Università del Minnesota a Minneapolis. I risultati della ricerca, apparsi sull’American Institute of Chemistry and Engineering Journal, mostrerebbero infatti che si ottengono tempi sostanzialmente equivalenti nuotando in un fluido come l’acqua o in uno molto più denso come uno sciroppo. I due ricercatori hanno riempito una piscina di guar gum (un condimento molto consistente per insalate e gelati), creando così un liquido due volte più denso della normale acqua. Sedici volontari (alcuni dilettanti, altri professionisti) avrebbero provato a nuotare nella piscina in entrambe le condizioni facendo registrare tempi pressoché equivalenti. Sebbene possa sembrare una divertente goliardata, l’esperimento risponde in realtà a un’antica questione, che ha diviso due tra i fondatori della fisica moderna, Isaac Newton e Christiaan Huygens. Il primo, contrariamente a Huygens, riteneva che la velocità di un oggetto in un fluido fosse fortemente legata alla viscosità dello stesso. L’esperimento dello sciroppo sembrerebbe dar torto al padre della gravitazione universale. In realtà la dimostrazione varrebbe soltanto per gli esseri umani, in quanto l’attrito risentito da un corpo dipende dalla geometria di quest’ultimo. Con oggetti o esseri di forma più sferica non si sarebbero ottenuti gli stessi risultati. Gli esseri umani invece hanno una forma affusolata, come quella di un proiettile, che li rende meno sensibili all’attrito. Quindi, concludono i due ricercatori, “l’ottimo nuotatore deve avere sì la potenza di un gorilla, ma anche il corpo di un serpente”. (m.cap.)

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