Categorie: Salute

Nuove speranze per la lotta alla sordità

Buone novità all’orizzonte per le 250 milioni di persone nel mondo colpite da sordità. Una ricerca degli scienziati della Harvard Medical School, coordinati da Albert Edge, ha mostrato l’efficacia di un farmaco, chiamato LY-411575 e finora utilizzato nella terapia per l’ Alzheimer, per la rigenerazione delle cellule ciliate dell’orecchio interno, che rivestono il ruolo principale nella percezione e nell’interpretazione dei suoni. 

Secondo quanto raccontano gli scienziati sulle pagine di Neuron, il farmaco ha migliorato significativamente l’udito di topi resi sordi dall’esposizione a forti rumori. “Siamo riusciti a far rigenerare le cellule ciliate. Nessuno aveva ottenuto un simile risultato, finora”, sostiene Edge. 

Per comprendere il lavoro dei ricercatori, è bene riassumere velocemente il funzionamento del processo uditivo. La capacità di sentire i suoni dipende da un piccolo organo a forma di chiocciola situato nell’ orecchio interno, la coclea. È qui che si trovano le cellule ciliate, che sono in grado di trasformare le onde sonore in segnali elettrici. Purtroppo, tali cellule sono anche particolarmente deboli: virus e rumori troppo forti le uccidono facilmente e, una volta distrutte, non hanno la capacità di rigenerarsi. Gli scienziati hanno lavorato sulle vicine di casa delle cellule ciliate, le cosiddette cellule di supporto: stimolandole chimicamente con l’LY-411575, sono riusciti a indurre la loro trasformazione in ciliate. 

Nei topi sottoposti al trattamento, i ricercatori hanno notato un aumento del 20% in tre mesi della capacità uditiva. Gli animali, prima completamente sordi, sono riusciti a percepire suoni a basse frequenze, come il passaggio di una macchina o la chiusura di una porta. “La maggior parte della sordità è imputabile alla morte delle cellule ciliate”, sostiene Elizabeth Olson, biofisico dell’udito alla Columbia University“Per questo motivo, la scoperta di un farmaco che ne favorisce la rigenerazione è molto promettente”

In ogni caso, mette in guardia Edge, ci vorrà ancora del tempo prima che la molecola sia pronta per gli studi clinici sugli esseri umani. LY-411575 non è ancora superiore, né dal punto di vista medico né da quello economico, agli impianti cocleari attualmente in uso, e non se ne conoscono ancora gli eventuali effetti collaterali. Ma Edge e la sua équipe sono già al lavoro.

Via: Wired.it

Credits immagine: Travis Isaacs / Flickr

Sandro Iannaccone

Giornalista a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. È laureato in fisica teorica e collabora con le testate La Repubblica, Wired, L’Espresso, D-La Repubblica.

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  • Tanto lo sò....morirò con stress depressione nervosismo ecc ecc per colpa di acufene e ipoacusia ....
    Tutto questo grazie ai politici che rubano!!!!

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