NuSTAR, comincia la caccia grossa ai buchi neri

Si chiama NuSTAR (Nuclear spectroscopic telescope array) ed è il nuovo cacciatore di buchi neri targato Nasa, un nuovo telescopio a raggi X, pronto a lasciare la Terra alla volta dello Spazio il prossimo 13 giugno (non prima delle nostre 17:30, come cita l’agenzia statunitense), dall’atollo Kwajalein nell’Oceano Pacifico. Se tutto andrà come da programma, dopo essere stato traghettato da un lanciatore Pegasus XL, Nustar mercoledì diventerà il primo telescopio per l’analisi dei raggi X delle alte energie (6 – 79 keV). 

Con questa missione gli scienziati sperano di rintracciare quei buchi neri sfuggenti, visto che si stima che due su tre siano nascosti dietro polveri e gas, e quindi invisibili, come ha spiegato Daniel Stern del Jet Propulsion Laboratory, project scientist di NuSTAR. Ma il nuovo telescopio servirà anche a far luce su altri oggetti e fenomeni celesti, primi fra tutti sul Sole, la sua calda atmosfera, i raggi cosmici e l’esplosione delle stelle. 

Come spiegano i ricercatori, NuSTAR è grande quanto un frigorifero e pesa circa 300 kg. Una volta sganciato raggiungerà la configurazione completa spiegando le vele: ovvero aprirà l’asta di 10 metri che connette i detector al sistema di specchi (133 raccolti in ognuna delle due unità ottiche di cui è costituito). In questo modo, spiegano gli scienziati, sarà possibile, per la prima volta, focalizzare con efficienza i raggi X delle alte energie. Una tecnologia che permetterà al telescopio di osservare gli oggetti più caldi ed energetici dello Spazio con una sensibilità 100 volte maggiore e una risoluzione 10 volte più elevata dei colleghi (tra cui il Chandra X-ray Observatory, che solo pochi giorni fa aveva immortalato un buco nero cacciato da una galassia). 

A prendere parte al progetto guidato dal Caltech, anche l’Agenzia Spaziale Italiana, come ha raccontato all’Inaf Paolo Giommi, direttore dell’Asi Science Data Center (Asdc):  “L’Italia in particolare partecipa alla missione mettendo a disposizione la base dell’Agenzia Spaziale Italiana di Malindi in Kenya, che è l’unica a controllare il satellite e a ricevere i suoi dati scientifici. L’Asdc, grazie al supporto dei ricercatori del team dell’Inaf che vi lavorano, fornisce il software per NuSTAR, realizzato sulla base dell’esperienza maturata nella gestione di analoghe missioni spaziali già in atto, in particolare Swift”. 

via wired.it

Credit immagine a Nasa

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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