NWA 7533, il meteorite che viene da Marte

Un antico e desolato territorio, ricco di fratture e crateri: è questo il panorama che si può ammirare sulle regioni montuose della zona meridionale di Marte. Eppure, è proprio da questo territorio che si potrebbero ricavare, secondo gli scienziati, un gran numero di informazioni sull’evoluzione e la differenziazione del pianeta rosso. Fino a oggi, però, studiare questa superficie non è mai stato possibile, poiché non erano disponibili campioni del suolo da analizzare. Ma la fortuna ha aiutato la comunità scientifica. Uno studio, pubblicato su Nature, mostra che il meteorite NWA 7533, rinvenuto in Africa nord-occidentale, potrebbe contenere i primi esempi universalmente riconosciuti di crosta marziana e portare con sé parecchie informazioni sulla sua evoluzione e differenziazione.

NWA 7533 è una breccia polimittica (un tipo di roccia sedimentaria formata da frammenti appuntiti di diversa origine, intervallati da una matrice solidificata), composta da granelli di rocce ignee semisciolte a causa dell’impatto, simili a quelle già recuperate in brecce lunari, ma con una composizione chimica che indica chiaramente la loro provenienza marziana. Queste schegge di roccia contengono zirconi, dei minerali neosilicati che si sono probabilmente formati da uno scioglimento della crosta primaria di Marte. Gli scienziati sono stati in grado di stabilire, grazie all’analisi del decadimento radioattivo dell’uranio contenuto nei cristalli, che gli zirconi presenti nel meteorite hanno almeno 4,4 miliardi di anni, mostrando come le prime differenziazioni della superficie del pianeta debbano essere avvenute nei primi 100 milioni di anni della sua storia. Poiché l’età di questi campioni è inoltre molto simile a quelle misurate per gli zirconi terrestri e lunari, si può assumere che le croste di Terra, Luna e Marte si siano formate all’incirca nello stesso periodo.

Se la superficie del pianeta rosso è stata davvero sottoposta a queste differenziazioni in una fase così antica della sua evoluzione, continuano gli scienziati, potrebbe essere interessante analizzare il rilascio delle sostanze volatili (composti ed elementi chimici associati alla croste e all’atmosfera di un pianeta, come ad esempio l’azoto, l’acqua e l’anidride carbonica), sul clima del pianeta e sulla potenziale presenza di vita nelle fasi primordiali della storia di Marte (informazioni che potrebbero essere confermate dalla sonda Maven della NASA, vedi Galileo: Parte Maven, la sonda che studierà l’atmosfera di Marte). Gli studi su NWA 7533, in ogni caso, non si fermano qui: gli scienziati continueranno le loro analisi per cercare di capire meglio la composizione delle rocce e degli antichi sedimenti e la natura degli zirconi di Marte.

Riferimenti: Nature doi:10.1038/nature12764

Credits immagine: Luc Labenne

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