Occhio ai test genetici fai-da-te

Costano fra i 100 e i 900 dollari e negli ultimi sei anni ne sono stati venduti 460mila. Eppure i test genetici fai-da-te per conoscere le proprie origini e sapere di più circa i propri antenati non sono sempre affidabili. Anzi.

A lanciare l’accusa sulle pagine di Science è Deborah Bolnick, docente di antropologia dell’Università del Texas di Austin. Insieme ad altri 13 colleghi, la ricercatrice ha elencato tutti i principali difetti dei test. Primo fra tutti quello di un tracciamento (molto) parziale sia degli antenati che del Dna della persona che sta provando il kit. E’ improbabile poi che il test identifichi tutte le zone del mondo in cui si possano trovare i propri parenti. Non solo: i test riportano spesso falsi negativi (o positivi) e i loro limitati archivi tirano fuori risultati soggetti a interpretazioni sbagliate. Infine, i test non possono determinare con certezza dove abbiano vissuto gli antenati. Soprattutto, non esiste una connessione chiara e definita fra il Dna e l’identità etnica.

Bolnick, comunque non critica la diffusione di tali test né il business che c’è dietro, ma le aziende che li commercializzano senza essere chiari sui loro limiti. “Poiché è importante per i consumatori comprendere cosa i test possano o non possano fare, stiamo incoraggiando le associazioni di genetisti e antropologi a sviluppare linee guida riguardanti questi kit”, ha dichiarato Bolnick. I test genetici fai-da-te per conoscere le proprie origini sono diffusi soprattutto negli Stati Uniti dove la variegata composizione della popolazione ha generato, in alcuni, curiosità sulla propria storia familiare. Molti, per esempio, vogliono sapere se nel loro albero genealogico ci siano dei nativi del Nuovo Mondo, e molti afroamericani cercano contatti fra i loro antenati e la tratta degli schiavi. (f.f.)

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