Dopo l’argento nella carabina vinto da Niccolò Campriani, si allontanano i pronostici sul medagliere di Londra 2012 fatti degli economisti dell’università di Bochum, in Germania. E la speranza è che i ricercatori tedeschi facciano flop. Julia Bredtmann, Carsten Crede e Sebastian Otten, infatti prevedono una Cina che stravince e un’Italia in caduta libera. E ci sono anche altre sorprese in quest’ultima previsione rispetto a quella dei ricercatori della Tuck School Of Business di Durtmouth, e a quella di Goldman Sachs.
Se infatti le due previsioni precedenti concordavano sia sul primo posto (Stati Uniti), sia sul piazzamento dell’Italia (nona), il pronostico del gruppo tedesco (pubblicato qui) racconta una storia diversa. A vincere più medaglie dovrebbe essere infatti la Cina, che supererebbe così finalmente i rivali statunitense, secondi (e queste sono effettivamente le prime due posizioni del medagliere parziale al momento). Terzo posto alla Russia e quarto ai britannici, poi Australia, Francia, Germania e Corea del Sud. L’Italia (al momento terza), che piomberebbe al dodicesimo posto, rimpiazzata, al nono, da Cuba.
I calcoli degli economisti di Bochum sono stati ricavati utilizzando modelli econometrici che prendono in considerazione dati sulla situazione politica, economica, demografica e culturale dei paesi in esame. Se infatti le nazioni più ricche possono investire somme di denaro maggiori nella preparazione degli atleti, altri fattori possono entrare in gioco per determinare il risultato. Gli stati più popolosi, per esempio, hanno più possibilità che emerga un atleta talentuoso all’interno dei loro confini, mentre le condizioni climatiche possono influenzare le possibilità di allenarsi. Anche il sistema politico adottato è risultata avere un influenza decisiva sui risultati sportivi, e ad essere avvantaggiati sembrerebbero essere i paesi comunisti o ex comunisti.
Altri dati interessanti emergono, secondo gli economisti, guardando separatamente al medagliere maschile e a quello femminile. Le donne provenienti da paesi socialmente emancipati, con pari opportunità nel mondo del lavoro, hanno prestazioni superiori alle Olimpiadi rispetto alle atlete provenienti da società patriarcali. Per misurare la situazione delle donne nei paesi esaminati, il modello utilizzato dai ricercatori tiene conto di diversi fattori, come: il tasso di partecipazione delle donne nel mondo del lavoro, il tasso di fertilità e il numero di anni trascorsi da quando le donne hanno acquisito il diritto di voto. Anche la religione prevalente di un paese è considerato un parametro rilevante, e i ricercatori hanno stabilito che i paesi islamici risultano svantaggiati nelle competizioni femminili.
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