Ripartono le indagini sull’origine di Sars-cov-2, ma la Cina non collabora

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Scientific advisory group of novel pathogens (Sago): questo il nome del nuovo comitato scientifico istituito dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per indagare sulle origini della pandemia di Covid-19. I 26 membri sono stati presentati il 13 ottobre e sono ricercatori e ricercatrici provenienti da 11 paesi in tutto il mondo. Sei di questi hanno fatto parte della task force che, all’inizio del 2021, si è recata in Cina per studiare le origini di Sars-cov-2, definendo “estremamente improbabile” una possibile fuga da un laboratorio di Wuhan. Adesso l’Oms, su un editoriale pubblicato su Science, ritiene sia ancora troppo presto per escludere questa ipotesi. Il comitato, permanente, avrà anche il compito di studiare le origini di future epidemie e di guidare gli studi sugli agenti patogeni emergenti.

Una necessità per il futuro

La rapida comparsa e diffusione di Sars-cov-2 tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 ha gettato luce sull’importanza di essere preparati per identificare tempestivamente nuovi agenti patogeni e i fattori di rischio che contribuiscono alla loro comparsa e diffusione, specie in vista di un futuro in cui epidemie da zoonosi potrebbero essere sempre più frequenti. Negli ultimi anni, infatti, è stato registrato un numero crescente di agenti patogeni che stanno emergendo in numerosi paesi del mondo: tanto per citarne qualcuno Sars-cov e Mers-cov (i coronavirus responsabili delle malattie respiratorie Sars e Mers), Ebola, l’influenza aviaria e, ovviamente, Sars-cov-2.


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Secondo l’Oms, come si legge nei termini di riferimento del comitato, non c’è solo bisogno di una sorveglianza epidemiologica robusta e azioni tempestive in caso di emergenza, ma anche di processi sistematici per studiare e capire in che modo questi agenti patogeni sono emersi e come si sono trasmessi agli esseri umani.

È per questo che già da maggio 2020 l’Oms ha iniziato a lavorare in stretta collaborazione con l’Organizzazione mondiale per la salute animale (Oie) e l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) e all’inizio del 2021 ha inviato una task force in Cina per identificare le origini e le modalità di diffusione del coronavirus. Adesso, il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha costituito il comitato permanente, che supporterà l’organizzazione sanitaria sulle considerazioni tecnico-scientifiche riguardo nuovi agenti patogeni a rischio, anche se la priorità è cercare di capire le origini di Sars-cov-2. Basandosi sui risultati del marzo 2021 della prima missione in Cina e su altri risultati pubblicati da allora, quindi, Sago valuterà lo stato degli studi sull’origine del coronavirus e consiglierà l’Oms sui passi successivi da compiere.

I componenti del comitato

L’istituzione sanitaria ha selezionato i membri del comitato, esperti che agiranno a titolo personale, tra più di 700 candidati: sono 26 ricercatori, 11 donne e 15 uomini, provenienti da 26 paesi in tutto il mondo. Sei di questi non sono volti nuovi: facevano già parte della prima missione dell’Oms, che era terminata con la conclusione – non senza qualche dubbio – sull’origine naturale del coronavirus, ritenendo la fuga da laboratorio “estremamente improbabile”. Invece, è anche su questo che Sago dovrà indagare: nell’editoriale pubblicato su Science, il direttore generale dell’Oms ha chiarito che il comitato dovrà prendere nuovamente in considerazione anche la teoria secondo cui Sars-cov-2 si sarebbe diffuso a partire da una fuga da un laboratorio di Wuhan. “Tutte le ipotesi devono continuare ad essere esaminate e, come ha affermato fin dall’inizio l’Oms, è essenziale un processo scientifico completamente aperto e trasparente”, scrive il direttore generale nell’articolo: Un incidente di laboratorio non può essere escluso fino a quando non ci saranno prove sufficienti per farlo e quei risultati non saranno apertamente condivisi”.

Questo potrebbe generare attriti diplomatici, in quanto la Cina ha chiarito che non collaborerà a future indagini in tale direzione. Tra i membri di Sago c’è anche un membro cinese, Yang Yungui, vicedirettore dell’Istituto di genomica di Pechino presso l’Accademia cinese delle scienze e uno dei leader del team cinese durante la prima missione. Quello che l’istituzione sanitaria spera, comunque, è di scindere il più possibile l’indagine scientifica da equilibri diplomatici “Vogliamo portare il comitato più lontano dal dibattito politico e riportarlo nel dibattito scientifico. Questo è il nostro vero obiettivo ora“, ha detto a Science Maria Van Kerkhove, responsabile delle malattie emergenti e delle zoonosi nel programma di emergenza sanitaria dell’Oms. E c’è da farlo alla svelta: capire le origini di Sars-cov-2 è una questione urgente, ha detto Van Kerkhove in una conferenza stampa a Ginevra. “Non c’è tempo da perdere“.

via Wired