A causa di problemi legati all’autonomia delle tute spaziali, la prima attività extraveicolare dell’astronauta italiana dell’Agenzia spaziale europea (Esa) Samantha Cristoforetti si è conclusa un’ora prima rispetto a quanto pianificato. Poco prima delle 23 ora italiana, a sei ore dall’inizio delle operazioni (che a loro volta erano cominciate con circa un’ora di ritardo, alle 16.50) il centro di controllo di Mosca ha avvertito Cristoforetti e il cosmonauta russo Oleg Artemyev, comandante della spedizione 67, di iniziare le attività relative al rientro nella Stazione spaziale internazionale (Iss). Gli astronauti, quindi, hanno attraversato nuovamente portellone del modulo russo Poisk, concludendo la loro passeggiata spaziale (la prima per Cristoforetti) con tre obiettivi su quattro raggiunti con successo.
La missione
La missione extraveicolare (terza della spedizione 67 dell’Iss) congiunta tra l’Esa e l’agenzia spaziale russa Roscosmos rientrava nelle operazioni relative all’installazione sul modulo russo Nauka dello European robotic arm, braccio telescopico che ottimizzerà le attività automatiche e semiautomatiche a bordo dell’Iss, comprese le future passeggiate spaziali. Programmata per le 16 ora italiana, il portellone del modulo Poisk è stato aperto alle 16.50, dopo le operazioni di pressurizzazione della camera di compensazione e della preparazione degli astronauti alle basse pressioni della tuta spaziale (come vi abbiamo raccontato qui), dando ufficialmente inizio alla missione: la diretta streaming congiunta Esa/Nasa ci ha mostrato Samantha Cristoforetti (riconoscibile dalla tuta spaziale russa Orlan a strisce azzurre) uscire dal portellone e compiere i suoi primi passi nello Spazio, seguita da Artemyev (la cui tuta invece aveva le strisce rosse).
La passeggiata è iniziata con il posizionamento dei dieci nanosatelliti russi per raccogliere dati nell’ambito di esperimenti di radio-tecnologia della Iss. Dopo di che gli astronauti, seguiti costantemente dal Centro europeo per la ricerca e la tecnologia spaziale (Estec) dell’Esa e dal centro di controllo di Mosca hanno iniziato le operazioni relative allo European robotic arm: tra gli obiettivi della missione, infatti, vi erano quelli di spostare il pannello di controllo esterno dello strumento, applicare un adattatore temporaneo per la sua installazione, sostituire una finestra protettiva sulla telecamera che si trova alla sua estremità ed estendere il braccio robotico dal modulo Zarya verso la camera di equilibrio di Poisk. Nel corso della missione, Cristoforetti e Artemyev hanno completato con successo tutte queste attività, tranne l’ultima.
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L’interruzione dell’attività
“Sfortunatamente la decisione è stata presa” ha annunciato la voce che traduce dal russo le istruzioni provenienti dal centro di controllo di Mosca agli astronauti. “A causa della mancanza di tempo, concluderemo l’operazione prima”.
A sei ore dall’inizio delle operazioni, infatti, si è deciso di rinunciare all’ultimo obiettivo dell’attività extraveicolare, l’estensione del braccio robotico. La decisione è stata presa dal centro di controllo per evitare di avere problemi con l’autonomia delle batterie che alimentano i sistemi di sostentamento delle tute spaziali, in modo che gli astronauti avessero a disposizione tutto il tempo necessario a rientrare all’interno della Iss in completa sicurezza. Pertanto l’ultimo obiettivo della missione sarà completato in una futura passeggiata spaziale (ancora da pianificare), che segnerà la messa a punto finale dello European robotic arm sul modulo russo della stazione. Con tre obiettivi completati su quattro pianificati, Cristoforetti e Artemyev sono rientrati nella Iss: poco prima della mezzanotte italiana, il portello di Poisk si è chiuso alle loro spalle, segnando la conclusione della passeggiata.
Via: Wired.it