Passi avanti per i Dna-computer

Effettuare calcoli complessi grazie al Dna. E’ questo il sogno di una nuova disciplina di ricerca, chiamata “Dna Computing”. Le molecole di Dna sono infatti in grado di immagazzinare ed elaborare informazioni come fa il chip di un pc. E ora un gruppo di ricercatori dell’Università di Tokio ha messo a punto una nuova tecnica che sfrutta le capacità di “autoassemblaggio” delle molecole. Nello studio diretto da Kensaku Sakamoto i frammenti di Dna si sono comportati come “operatori logici” viventi, scartando – in modo del tutto automatico – le soluzioni errate di un problema proposto. Finora i calcolatori biologici avevano bisogno di numerosi passaggi intermedi in cui era necessario l’intervento degli scienziati. Adesso, affermano invece i ricercatori giapponesi, il Dna fa praticamente tutto da solo. Per ogni semplice problema proposto, vengono prodotte circa 59 mila possibili soluzioni, contenute in segmenti di Dna. Questi segmenti, però, in caso di soluzioni impossibili, si attorcigliano su loro stessi in strutture che ricordano delle forcine per capelli. Così, una volta posto il problema e costruite tutte le possibili soluzioni, basta raffreddare alle basse temperature (è qui infatti che il Dna si comporta correttamente): con l’aiuto di un apposito enzima, poi, si tagliano le “forcine” e si ottengono le sole soluzioni corrette. (f.n.)

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