Paura generalizzata, svelati i meccanismi che la innescano

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(Foto: Anemone123 da Pixabay)

Viene definita “paura generalizzata” ed è uno stato di preoccupazione e attenzione costante caratterizzato dall’assenza di fattori scatenanti. I cambiamenti biochimici e i circuiti neurali che causano questo disturbo sono stati identificati per la prima volta dai neurobiologi della University of California e pubblicati sulla rivista scientifica Science. Gli scienziati hanno scoperto che la paura generalizzata è innescata da stress acuto, il quale modifica i segnali chimici dei neuroni: passando dal rilascio di neurotrasmettitori eccitatori (glutammato) a quelli inibitori (GABA).

Cosa succede nel nostro cervello quando proviamo paura

Il sistema nervoso umano è naturalmente predisposto per percepire la paura. Che sia provocata dai rumori inquietanti che sentiamo da soli nell’oscurità o dal ringhio di un animale minaccioso che si avvicina, la nostra risposta alla paura è un meccanismo di sopravvivenza che ci dice di rimanere vigili ed evitare situazioni pericolose. Quando proviamo paura, tutta la nostra concentrazione si focalizza sul pericolo che stiamo vivendo in quel momento, le pupille si dilatano, il respiro accelera e aumenta la frequenza cardiaca. Questa risposta dell’organismo è dovuta all’attivazione di una regione del nostro cervello: l’amigdala, la quale riveste il ruolo di mediatore centrale delle emozioni. Una volta attivata, l’amigdala reagisce mandando segnali di emergenza ad altre zone del cervello, stimolando il rilascio di neurotrasmettitori -come adrenalina, dopamina e noradrenalina- che innescano la reazione di allerta del nostro organismo.

La paura generalizzata

La paura generalizzata, ovvero quella che si verifica in assenza di stimoli esterni, può però essere dannosa per il nostro organismo. Le persone che hanno avuto episodi di stress grave possono spesso manifestare intensi sentimenti di paura generalizzata la quale, alla lunga, porta a disfunzioni croniche come il disturbo post traumatico da stress (PTSD). Non a caso, dopo aver condotto un primo studio sul cervello dei topi, i ricercatori del Dipartimento di Neurobiologia della University of California hanno esaminato il cervello umano post-mortem di individui che avevano sofferto di PTSD. Il risultato ottenuto è stato lo stesso di quello visto nel modello animale: lo stress promuove uno switch nella produzione dei neurotrasmettitori da parte dei neuroni dell’amigdala, da eccitatori (glutammato) a inibitori (GABA), causando cosi lo stato di paura generalizzata. “Il vantaggio di comprendere questi processi a questo livello di dettaglio molecolare – cosa sta succedendo e dove sta succedendo – consente un intervento specifico per il meccanismo che guida i disturbi correlati” spiega Nick Spizter, tra i ricercatori a capo dello studio.

Come fermare la paura generalizzata

I ricercatori hanno scoperto un metodo per interrompere la paura generalizzata. Hanno iniettato un virus adeno-associato nel cervello dei topi per sopprimere il gene responsabile della sintesi del GABA, prima di sottoporli ad un’esperienza di stress acuto. Il risultato è stato che gli animali trattati con questo virus non hanno manifestato paura generalizzata. Inoltre, somministrando dell’antidepressivo (Prozac) ai topi immediatamente dopo un evento stressante, non è stato osservato lo switch del segnale chimico glutammato-GABA e la conseguente insorgenza di paura generalizzata. Ma non solo, gli scienziati hanno identificato la posizione dei singoli neuroni che commutavano il loro trasmettitore, dimostrando le connessioni di questi neuroni con l’amigdala centrale e l’ipotalamo, regioni del cervello che sono coinvolte anche con le altre forme di paura. “Ora che abbiamo una conoscenza del nocciolo del meccanismo attraverso il quale si verifica la paura indotta dallo stress e dei circuiti che implementano questa paura, gli interventi possono essere mirati e specifici”, ha concluso Nick Spitzer.

Credits immagine: Anemone123 da Pixabay