Timothy Ray Brown, noto anche come “il paziente di Berlino”, l’unico conosciuto per essere guarito dall’hiv, il virus che causa l’Aids, potrebbe finalmente avere compagnia. A distanza di oltre un decennio da questo enorme successo, infatti, in Gran Bretagna un uomo sieropositivo, soprannominato il “paziente di Londra”, è diventato il secondo paziente al mondo a essere stato liberato dal virus. Mentre i risultati sono stati pubblicati oggi sulle pagine di Nature, pubblicamente gli scienziati stanno descrivendo il caso come una remissione a lungo termine. Nelle interviste, infatti, la maggior parte degli esperti la chiama una “cura”, con l’avvertenza tuttavia che è difficile sapere come definire con esattezza il caso quando ce ne sono solamente due conosciuti in tutto il mondo.
Entrambi i pazienti sono il risultato di trapianti di midollo osseo da un donatori con una rara mutazione genetica che resiste all’infezione dell’hiv. E in entrambi i casi i trapianti erano destinati a trattare il cancro (il paziente di Londra era affetto il Linfoma di Hodking) e non l’hiv. Più precisamente i trapianti provengono da donatori con una mutazione genetica in una proteina, chiamata CCR5 delta 32 (mutazione che si trova in una piccolissima percentuale di persone discendenti dell’Europa settentrionale) che rende resistenti al virus.
Il paziente di Londra, inoltre, ha smesso di prendere i farmaci antiretrovirali nel settembre 2017, e per i successivi 18 mesi i test non hanno mostrato traccia della precedente infezione di hiv. “Non c’è nessun virus che possiamo rilevare”, ha spiegato Ravindra Gupta, virologo e coordinatore del team di medici University College di Londra che hanno in cura l’uomo. La procedura, hanno riferito i medici, ha funzionato bene: il trapianto ha distrutto il cancro senza effetti collaterali dannosi e le cellule immunitarie trapiantate, ora resistenti all’hiv, sembrano aver completamente sostituito quelle vulnerabili.
I medici, tuttavia, precisano che è ancora presto per dire che il paziente di Londra sia fuori pericolo e che, quindi, oggi non si può ancora dire che sia stata trovata una cura per l’hiv. Inoltre, gli esperti suggeriscono che è improbabile che il trapianto di midollo possa essere un’opzione di trattamento realistica nel futuro per tutti i pazienti. Ora, infatti, sono disponibili potenti farmaci per tenere sotto controllo l’infezione da hiv, mentre i trapianti sono costosi, rischiosi, e con gravi effetti collaterali che possono durare per anni. Ma “riarmare” il corpo con cellule immunitarie modificate per resistere all’hiv potrebbe essere un trattamento di successo in futuro.
Bisogna ricordare che il paziente di Londra è ancora vulnerabile a una forma di hiv chiamata X4, che impiega una proteina diversa, CXCR4, per infettare le cellule. “Funzionerà solo se qualcuno ha un virus che usa solo CCR5 per l’ingresso nella cellula – e questo è probabilmente il 50% circa delle persone che vivono con l’hiv, se non di meno”, ha spiegato al New York Times Timothy J. Henrich dell’università della California, a San Francisco.
Per precauzione contro X4, il paziente di Berlino sta assumendo una pillola giornaliera per prevenire l’infezione. “Se qualcosa è successo una volta nella scienza medica, può accadere di nuovo”, ha riferito Brown, dimostrandosi fiducioso che la cura del paziente di Londra sia duratura quanto la sua. “Ho aspettato compagnia per molto tempo”.
Via: Wired.it
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