Categorie: Società

Pedoni e due ruote rischiano di più

La metà di tutti gli incidenti mortali sulle strade coinvolgono pedoni, ciclisti e motociclisti: un numero che si aggira intorno ai 700.000 morti ogni anno. Ne dà notizia l’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha reso pubblici i dati del Global status report on road safety, la prima indagine a livello mondiale sulla sicurezza stradale.

Le informazioni utilizzate per stilare il rapporto provengono da 178 paesi in cui vive il 98 per cento della popolazione mondiale; l’analisi tiene conto del numeri dei veicoli motorizzati registrati in ciascuna nazione, delle azioni intraprese per incoraggiare il trasporto pubblico, comprese i percorsi a piedi e in bicicletta, dell’applicazione delle leggi sulla sicurezza stradale (per esempio sull’obbligo del casco per motociclisti e ciclisti, delle cinture di sicurezza, del seggiolino per i bambini, sui limiti di velocità,…), dei tassi alcolemici consentiti e dell’esistenza di numeri di pronto soccorso.

Ecco, in sintesi, il quadro che ne è emerso. Meno di un terzo dei paesi considerati impone una diminuzione di velocità  nelle aree urbane sufficiente a ridurre il rischio di infortuni, e in meno della metà sono in vigore limiti i tassi alcolemici non superiori a 0,5 grammi per litro di sangue. Per quanto riguarda l’obbligo del casco, se è vero che esiste nel 90 per cento dei paesi, solo nel 40 per cento dei casi queste riguardano sia i guidatori sia i passeggeri, e richiedono che i caschi soddisfino degli standard di sicurezza. Solo nel 57 per cento, inoltre, vi è l’obbligo di cintura per tutti i passeggeri delle autovetture, e in circa la metà non esiste legge che richieda l’uso di speciali seggiolini o adattamenti per i bambini. I numeri variano considerevolmente: dal 90 per cento dei paesi ad alto reddito, al 20 di quelli a basso reddito. A conti fatti, solo il 15 per cento dei paesi ha norme che riducono tutti e cinque i fattori di rischio elencati, che spesso non vengono neanche applicate nel modo adeguato, tanto che il numero di incidenti cresce parallelamente al tasso di urbanizzazione.

“Gli incidenti stradali sono tra le principali cause di morte, soprattutto tra i 5 e i 44 anni di età e oltre il 90 per cento degli incidenti sulle strade accadono in paesi a basso e medio reddito, sebbene contino appena il 48 per cento di tutti i veicoli del mondo”, ha dichiarato Etienne Krug, direttore del Department of Violence and Injury Prevention and Disability dell’Oms: “Le nostre strade sono  poco sicure soprattutto per i pedoni, i ciclisti e i motociclisti. I marciapiedi, gli attraversamenti sollevati, le corsie separate per i ciclisti sono misure che potrebbero salvare migliaia di vite ogni anno, insieme alle leggi che limitano il tasso alcolico concesso ai guidatori e che riducono la velocità”. (t.m.)

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