Potrebbe essere stato un errore l’annuncio, fatto alcuni anni fa, della scoperta dei pentaquark, particelle subatomiche formate da cinque quark. Queste particelle erano state segnalate nel 2002 durante esperimenti condotti al sincrotrone di Harima, in Giappone, e furono salutate come un nuovo tipo di materia. I quark infatti formano normalmente gruppi di tre, che vanno a costituire protoni e neutroni. Ma una serie di esperimenti condotti al Thomas Jefferson National Accelerator Facility di Newport, in Virgina, che hanno coinvolto ricercatori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Genova, non hanno permesso di replicare i risultati di quello studio, nonostante l’uso di strumenti dieci volte più sensibili. Come hanno spiegato Raffaella De Vita e Marco Battaglieri dell’Infn al convegno della American Phyisical Society svoltosi a Tampa, in Florida, è la prima volta che il problema viene affrontato con una base statistica veramente affidabile, e le prove dell’esistenza dei pentaquark non sembrano più molto convincenti. (n.n.)
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