Categorie: Salute

Perché chi non dorme rischia la depressione

I molteplici stress a cui siamo quotidianamente sottoposti possono provocare disturbi del sonno. Gli effetti immediati dell’insonnia li conosciamo bene: stanchezza, perdita di concentrazione e irritabilità. Cosa succede però se la difficoltà a dormire diventa cronica? Secondo diversi studi si può arrivare a sviluppare depressione. E ora un gruppo di ricercatori dell’Università di Groningen, in Olanda, ha dimostrato perché.

Se la relazione tra disturbi del sonno e depressione era già nota da tempo, restava infatti ancora un mistero il processo responsabile di questo legame. “Abbiamo iniziato a studiare i disturbi del sonno perché è risaputo che in pazienti affetti da depressione questi problemi sono molto comuni”, afferma Peter Meerlo, leader del gruppo di ricerca olandese, che ha presentato la ricerca durante il FENS Forum di Milano. “E’ opinione diffusa però che l’insonnia sia solo un effetto collaterale della depressione. Recenti ricerche hanno evidenziato invece come i disturbi del sonno possano in alcuni casi innescare meccanismi che provocano disturbi dell’umore”. Da sintomo quindi l’insonnia diventa causa, fattore scatenante. “In molti pazienti l’insonnia può predire la depressione“, continua il ricercatore olandese.

Partendo dal presupposto che il modello animale sia paragonabile a quello umano, i ricercatori hanno studiato questa relazione monitorando cavie da laboratorio con cicli di sonno ridotti, pari a 4 ore al giorno, insufficienti quindi a coprire le ore di riposo necessarie. Se dopo un giorno non sono stati rilevati effetti, dopo una settimana di insonnia i topi hanno mostrato valori alterati dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), un complesso di interazioni che regola la risposta agli stress, oltre che processi fondamentali dell’organismo come la digestione. Alterazioni nell’asse HPA sono correlati a disturbo bipolare, deficit di attenzione e altri disturbi dell’umore. Nelle cavie inoltre è stata riscontrata anche una riduzione della proliferazione delle cellule dell’ipotalamo e, dopo un mese di insonnia, una significativa riduzione del volume dello stesso.

Questi cambiamenti nel cervello sono in parte essere legati al fatto che l’insonnia cronica provoca un’alterazione della sensibilità di alcune cellule nervose alla serotonina. “Nel nostro cervello, alcune cellule comunicano rilasciando serotonina. Quello che abbiamo verificato è che nel cervello delle cavie la sensibilità a questo neurotrasmettitore era drasticamente ridotta”, afferma Peter Meerlo. Le molecole di serotonina sono fondamentali per il nostro cervello poiché regolano molte delle funzioni legate alle emozioni. Mutazioni nel segnale di questo neurotrasmettitore sono fra i fattori coinvolti nello sviluppo dei disturbi dell’umore, come la depressione.

I ricercatori hanno ripetuto le misurazioni dopo aver ristabilito il giusto ciclo del sonno, verificando così che la condizione patologica persiste per molti giorni. “Molte persone pensano che dopo una settimana di sonno carente bastino pochi giorni per riprendersi completamente. In realtà il nostro studio ha mostrato che la privazione di riposo innesca nel cervello piccoli cambiamenti che sono sì reversibili, ma dopo diverso tempo. Se vengono trascurati, quindi, possono provocare effetti anche gravi”, conclude Meerlo. “Dormire bene è una questione seria. Nelle società occidentali le persone spesso non se ne rendono conto e dedicano al sonno solo le ore libere da impegni. Dobbiamo cambiare la nostra mentalità e prendere coscienza dell’importanza che invece riveste per il nostro cervello“.

Credits immagine: Cristiana Gasparotto/Flickr

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