Da domenica scorsa, 8 aprile, Envisat non manda più segnali: mantiene stabile la sua rotta intorno alla Terra, ma in silenzio. L’Agenzia spaziale europea (Esa) ha infatti annunciato di aver perso i contatti con il suo primo, nonché più grande e più importante, satellite per le osservazioni terrestri poco più di cinque giorni fa: la sonda è passata sopra una base svedese, ma non ha inviato alcun dato. Ora, secondo quanto riporta anche Nature, l’Esa è al lavoro con un gruppo di ingegneri e scienziati per avere al più presto un’idea del problema e cercare di ristabilire la comunicazione, ma al momento la situazione è confusa.
Envisat, in realtà, doveva abbandonarci già cinque anni fa e gli ingegneri non avevano programmato di poter assistere al suo decimo compleanno (appena passato). Questo non vuol dire che la notizia di un addio al satellite verrà accolta bene. I suoi sofisticati occhi, infatti, sono ancora indispensabili per il monitoraggio ambientale e per gli studi climatici, sebbene alcuni dei suoi dieci strumenti abbiano degli omologhi su altri satelliti.
La sonda ha fornito i dati per più di 2.000 studi scientifici pubblicati negli ultimi dieci anni, monitorando il livello di ozono e di gas serra (creandone la prima mappa), le temperature superficiali degli oceani, l’uso del suolo. Ci ha anche regalato alcune delle immagini più belle del nostro pianeta, e ci ha aiutato ad analizzare i più gravi disastri naturali e ambientali, dal terremoto del 2004 nell’Asia del Sud alla perdita di petrolio dalla Deepwater Horizon nel Golfo del Messico.
Il vero problema è che i suoi sostituti non sono ancora pronti. Il programma Global Monitoring for Environment and Security (GMES) prevede la messa in orbita di una serie di satelliti, chiamati Sentinel, ma i lanci non sono previsti prima del 2013-2014. In realtà anche questa data è in forse, secondo Josef Aschbacher, a capo del programma. Dipenderà dal buon esito di una negoziazione tra il Consiglio, il Parlamento e la Commissione europei. I soldi devono arrivare per il 2013, o nessun satellite potrà partire nei tempi previsti. L’unico aspetto positivo della eventuale perdita di Envisat, è la pressione che questo evento potrà mettere su chi dovrà decidere sul finanziamento.
via wired.it
Nell’immagine l’ultimo scatto prima dell’interruzione delle comunicazioni. Credit: Esa
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