Categorie: Vita

Perché i grandi carnivori sono importanti

Leoni, tigri e orsi, povera me!” cantava la spaventata Dorothy nel Mago di Oz, ed effettivamente i carnivori hanno da sempre suscitato paura e soggezione nella maggior parte delle persone. Ma in uno studio condotto da William Ripple della Oregon State University e pubblicato su Science viene evidenziato come di fatto questi inquietanti predatori abbiano un effetto stabilizzante sugli ecosistemi di tutto il mondo, e si sottolinea l’importanza fondamentale di preservare queste specie.

Sebbene questi mammiferi abbiano avuto origine più di 55 milioni di anni fa (uno studio pubblicato recentemente sul Journal of Vertebrate Paleontology ha individuato nuovi esemplari dei più antichi predatori, permettendo di collocarli più precisamente nella storia evolutiva dei carnivori e di comprenderne meglio l’origine e la variabilità), molte di queste specie si trovano oggi in serio pericolo di estinzione e si trovano ad affrontare un enorme declino nel numero di esemplari e nella loro presenza geografica. “Globalmente, stiamo perdendo i nostri carnivori” ha commentato Ripple: “Molti di loro sono in via d’estinzione, i loro habitat si stanno riducendo. E, ironia della sorte, stanno scomparendo proprio ora che stiamo cominciando a capire quanto siano importanti i loro effetti ecologici”.

Ripple e i suoi colleghi hanno allora analizzato moltissime ricerche recenti per fare il punto sulle condizioni, sulle minacce di estinzione e sull’importanza ecologica di 31 dei più grandi mammiferi carnivori sul pianeta, tra cui leoni, leopardi, lupi e puma, trovando chiari esempi di come moltissime di queste specie mantengano effettivamente in equilibrio i loro ecosistemi. Secondo gli autori dello studio, tramite un insieme di effetti diretti e indiretti, questi predatori incrementerebbero la biodiversità, regolerebbero la diffusione delle malattie e riuscirebbero persino a rallentare gli effetti dei cambiamenti climatici. I lupi grigi, ad esempio, che vengono presi di mira dai cacciatori nelle regioni delle Montagne Rocciose e dei Grandi Laghi negli Usa, esercitano un gran numero di effetti benefici a cascata: essi regolano il numero di esemplari delle loro prede erbivore, permettendo così alle piante di crescere rigogliosamente e di immagazzinare più carbonio.

Inoltre gli autori hanno mostrato come altri eventi quali il danneggiamento delle colture, la modifica del flusso di alcuni fiumi e diversi cambiamenti nel numero di uccelli, mammiferi, anfibi, rettili ed invertebrati siano facilmente ricollegabili ad alterazioni nelle popolazioni di grandi mammiferi.

In conclusione, quindi, questo studio mostra come il ruolo dei carnivori sia assai più complesso di quello ipotizzato finora dai ricercatori, e sottolinea la necessità cercare di sviluppare delle strategie che facilitino la coesistenza pacifica di esseri umani e predatori. Prima che sia troppo tardi.

Via: Wired.it

Credits immagine: Tambako the Jaguar/Flickr

Claudia De Luca

Dopo la laurea triennale in Fisica e Astrofisica alla Sapienza capisce che la vita da ricercatrice non fa per lei e decide di frequentare il Master in Giornalismo e Comunicazione della Scienza all'Università di Ferrara, per imparare a conciliare il suo amore per la scienza e la sua passione per la scrittura.

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