La pratica del piercing, l’applicazione di anelli “decorativi” su diverse parti del corpo, comporta notevoli rischi igienici e sanitari. A lanciare l’allarme è Leland Rickman della divisione malattie infettive dell’Università della California, San Diego. Il ricercatore ha individuato tutte le complicazioni che possono insorgere in seguito a questa pratica, diffusasi negli anni Novanta soprattutto tra i più giovani. “Le più comuni – spiega Rickman – sono le infezioni da batteri (Pseudomonas aeruginosa e Staphylococcus aureus) trattabili con antibiotici. Ma quando questi non fanno effetto, come accade talvolta, è necessario rimuovere chirurgicamente la zona interessata, con conseguenze estetiche spiacevoli”. Secondo Rickman per ridurre i casi di infezione è necessaria la regolamentazione sanitaria della pratica del piercing, come già avvenuto in molti stati americani.
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