Più lavoro alle donne e meno matrimoni. Ecco la “formula” per avere più figli. A questa conclusione sono arrivati Francesco Billari, ricercatore presso l’Università Bocconi di Milano e Peter Kohlerb dell’Università della Pennsylvania (Usa) nel loro studio pubblicato sulla rivista Population studies sulla bassa fecondità in Europa. Se negli anni Settanta la fecondità era più elevata per le donne che non lavoravano e per le quali il matrimonio aveva un ruolo centrale, oggi si hanno più figli per le donne in carriera e più propense alla convivenza. Il paese più fecondo, secondo i dati riportati dai due ricercatori, è l’Islanda con 1,99 figli per donna mentre l’Italia con 1,29 si pone all’undicesimo posto, nel gruppo di paesi considerati a bassa o bassissima fecondità. L’Islanda risulta essere al primo posto anche per la percentuale dei nati al di fuori del matrimonio e di donne che lavorano. Per Billari la bassa fecondità non è data dalla scelta di non avere figli ma dalla minore tendenza ad averne più di uno a causa sia di problemi economici e sia per la difficoltà di rendere compatibile il lavoro e la famiglia. (g.g.)
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