Undici miliardi e rotti di sterline: è questa la cifra che il governo britannico ha stanziato per la ricerca nel triennio 2009-2011. Una somma pari a 14,1 miliardi di euro, con un incremento del 17,4 per cento rispetto al 2007. L’annuncio è stato dato nel corso del Convegno “Connect Research 2008. Stategies and Approaches to Compete in a Global Market”, a Roma l’8 maggio scorso.
Oltre 5 miliardi di euro in più quindi, che contribuiranno al raggiungimento degli obiettivi di Lisbona, secondo i quali ricerca e sviluppo devono essere sostenuti con finanziamenti pari al 3 per cento del Prodotto interno lordo (tra contributi pubblici e privati). La somma stanziata dal governo della Gran Bretagna, se suddivisa nei tre anni, rappresenterà lo 0,2 per cento del Pil.
I fondi pubblici saranno ripartiti fra gli istituti scientifici nazionali (Research Councils), ai quali andranno 9 miliardi di sterline, e le accademie nazionali (Royal Society, British Academy e Royal Academy of Engineering) che riceveranno 237 milioni. Al termine del periodo, l’incremento del finanziamento sarà, rispettivamente, del 18 percento per gli istituti – fortemente proiettati verso l’innovazione – e del 22 percento per le accademie. Il resto è destinato alle università, al trasferimento di conoscenze e ai rapporti fra scienza e società. Attraverso le accademie, inoltre, il governo intende supportare gli studenti, britannici e non, promuovendo collaborazioni internazionali.
Energia, cambiamenti climatici, minacce globali alla sicurezza e invecchiamento della popolazione saranno i settori maggiormente incentivati. Notevole attenzione verrà data anche alla ricerca su economia digitale e nanotecnologie, con programmi tematici e approcci multidisciplinari. (s.s.)
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