Si parla ormai quotidianamente, ed era ora, di plastiche e microplastiche che inquinano l’ambiente, dei loro effetti su organismi, ecosistemi e sulla salute umana. Ma la plastica, purtroppo, ci minaccia anche molto più da vicino, onnipresente com’è nelle nostre vite. Non c’è prodotto, cibo, oggi, che non sia confezionato nella plastica, eppure poco o nulla sappiamo della composizione di questi materiali e dell’eventuale presenza di sostanze tossiche. “Le plastiche – comprese quelle “green”, non prodotte dal petrolio – sono composte da un mix di sostanze chimiche e di molte di non conosciamo la tossicità perché è praticamente impossibile tracciarle”, dice il il biologo Martin Wagner della Norwegian University of Science and Technology (Ntnu). Studiando meglio la composizione di alcuni oggetti di plastica utilizzati nella vita quotidiana, fra cui bottiglie, vasetti dello yogurt e spugne della doccia Wagner e il suo team hanno scoperto che molti contengono composti tossici. E hanno stilato una lista di quelli assolutamente da evitare. I risultati sono pubblicati su Environmental Science and Technology.
In cima alla lista dei più pericolosi c’è il Pvc (cloruro di polivinile), in Italia vietato dal 1999 nelle bottiglie per alimenti, negli imballaggi, nei giocattoli e in altri oggetti, e il poliuretano. In fondo, troviamo invece il Pet (polietilentereftalato) e il polietilene ad alta densità (Hdpe), risultati meno nocivi.
I ricercatori hanno analizzato la composizione chimica di otto tipi di plastica (tra cui una bioplastica, il Pla) comunemente utilizzata per oggetti comuni, come bottiglie per l’acqua, vasetti dello yogurt e spugne della doccia, verificandone la tossicità con test su colture cellulari. Hanno trovato sostanze tossiche in tre casi su quattro. In particolare, sostanze che inducono tossicità generale (in 6 prodotti su 10), stress ossidativo (in 4 su 10) e interferenze con il sistema immunitario (3 su 10). Impossibile però sapere precisamente quali siano responsabili di questa tossicità: nelle plastiche i ricercatori hanno trovato più di 1400 sostanze ma sono riusciti a identificarne solo 260.
Ma come fare per evitare le plastiche più tossiche? Rispetto alla figura qui sotto, da evitare sono quelle etichettate nei codici del riciclaggio con #3, che corrisponde al Pvc, e quelle con il #7, che sono “altri tipi di plastiche” la cui composizione non è nota.
La buona notizia, secondo i ricercatori, è che uno dei prodotti esaminati è risultato molto meno tossico degli altri. Materiali plastici più sicuri dunque esistono e sono già sul mercato.
Per difendersi dall’esposiziopne alla plastica, i ricercatori del progetto PlastX dell’Isoe (Institute for Social-Ecological Research), di cui fa parte anche la ricerca di oggi, suggeriscono tre comportamenti che dovrebbero diventare routine. Eccoli:
Sempre avendo ben chiaro che la plastica, anche quella composta da polimeri non derivati dal petrolio, fa malissimo all’ambiente e se ne riduciamo il consumo facciamo un favore anche all’intero pianeta.
Riferimenti: Environmental Science and Technology
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