Categorie: Salute

Poco sonno, più raffreddore

Mamme e nonne ce lo dicono da sempre: dormire è importante, perché quando siamo affaticati, stanchi e assonnati, il nostro sistema immunitario è indebolito e rischiamo di ammalarci più facilmente.

Nonostante sia capitato a tutti di fare esperienze che corroborano questa tesi, la scienza in realtà non aveva mai trovato prova di un collegamento tra il sonno e il rischio di ammalarsi. Almeno fino ad oggi. Un nuovo studio della University of California di San Francisco, pubblicato sulla rivista Sleep, ha dimostrato infatti, per la prima volta, che dormire poco può aumentare di oltre quattro volte il rischio di soffrire di un malanno comune come il raffreddore.

Per arrivare a questa conclusione, i ricercatori californiani hanno organizzato un complesso esperimento in due parti, che ha coinvolto per una settimana 164 volontari perfettamente in salute. Nella prima fase, i ricercatori hanno monitorato le abitudini notturne dei partecipanti, verificando quante ore per notte dormisse ognuno di loro.

Per farlo hanno utilizzato l’actigrafia: una tecnica basata su un piccolo dispositivo simile ad un orologio, che viene indossato durante le ore notturne per tenere traccia dei movimenti del corpo, e registrare quindi il numero di ore trascorse a dormire immobili.

Ottenuti i dati di tutti i partecipanti, è iniziata quindi la seconda fase dell’esperimento. I volontari sono stati isolati per cinque giorni all’interno di un albergo, e infettati con il virus del raffreddore (il rhinovirus), utilizzando delle gocce nasali. Nel corso dei cinque giorni i ricercatori hanno quindi monitorato quali pazienti si sono ammalati, e hanno quindi comparato i risultati con la durata media del loro sonno registrata nella fase precedente.

I risultati dello studio hanno dimostrato che esiste una precisa correlazione tra la durata media del sonno e il rischio di prendere il raffreddore. I partecipanti con un sonno medio inferiore alle 5 ore per notte hanno mostrato di avere un rischio di ammalarsi superiore di 4,5 volte rispetto ad una persona che dorme 7 ore (considerato lo standard nella ricerca). Dormire tra le 5 e le 6 ore per notte è correlato ad un aumento del rischio poco inferiore, 4,2 volte maggiore di chi ne dorme 7, mentre a partire dalle 6 ore per notte l’aumento di rischio svanisce.

“Il sonno spesso viene trascurato, almeno rispetto ad altri comportamenti sani come l’alimentazione e l’esercizio fisico”, sottolinea Aric Prather, ricercatore della Uc San Francisco che ha coordinato lo studio. “Penso invece che questo esperimento fornisca delle prove chiare del fatto che esiste un prezzo biologico da pagare per chi dorme meno di 5 o 6 ore per notte”.

via Wired.it

Simone Valesini

Giornalista scientifico a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. Laureato in Filosofia della Scienza, collabora con Wired, L'Espresso, Repubblica.it.

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