Polemiche sull’eterologa: in Lombardia si paga

La procreazione medicalmente assistita (Pma) con ricorso a donatori esterni alla coppia è legale, sia nel pubblico che nel privato: su questo i consensi sono unanimi. Ma in assenza di una legge condivisa a livello nazionale, non necessaria secondo Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni, persistono profonde discrepanze tra le normative previste dalle diverse regioni. In particolare, non è ancora chiaro se l’eterologa debba rientrare o meno nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) ed essere quindi gratuita o a carico delle coppie che ne fanno richiesta.

“Fino a quando non c’è una legge dello Stato, non considero l’eterologa nei Livelli essenziali di assistenza, altrimenti deve pagarla la Regione e i cittadini lombardi. E’ giusto che chi vuole ottenere questa prestazione se la paghi. Quando il Parlamento dirà che l’eterologa è nei Lea metteremo il ticket e rimborseremo gli istituti che fanno queste prestazioni”, ha dichiarato Roberto Maroni, Presidente della Regione Lombardia, dove la delibera di Giunta ha stabilito che i costi della terapia non possono essere coperti dallo Stato. “Io non spendo i soldi dei lombardi per una prestazione che non viene considerata essenziale. Preferisco utilizzare queste risorse per gli anziani, per abbassare i ticket, per dare un aiuto ai disabili”, ha concluso Maroni.

“Una decisione oscurantista e ideologica che certo non posso condividere: da parte nostra faremo quanto è possibile, nei limiti delle nostre competenze, per aiutare chi sarà costretto a scegliere questa strada”, sono invece le parole del sindaco di Milano Giuliano Pisapia riferisce Repubblica.it, che ha preso le distanze dalla decisione del governatore lombardo, dichiarando che la fecondazione eterologa “è un percorso difficile, che va sostenuto senza aggravarlo con l’obbligo di pagare una cifra consistente senza il ticket: la decisione della Regione non solo penalizza le coppie con meno disponibilità economiche, ma costringerà molte persone a rivolgersi a strutture private o ad altre regioni, creando così ulteriori discriminazioni”.

Le regioni dove per poter accedere alla terapia è sufficiente il pagamento di un ticket, il cui costo varia dai 30 ai 600 euro, sono Toscana, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna. Il presidente della Toscana Enrico Rossi invita esplicitamente le coppie a basso reddito a rivolgersi ai centri della sua regione “in attesa che questa vicenda venga regolata a livello nazionale”.

Intanto l’Associazione Luca Coscioni si schiera dalla parte di chi intende fare ricorso alla regione Lombardia, scrive l’Ansa. “Impugneremo l’atto deliberativo della Regione in nome del principio di uguaglianza, attualmente completamente disatteso. Già abbiamo iniziato a ricevere richieste da parte di coppie sterili che ci chiedevano come fare per non essere obbligate a pagare fino a 3000 euro di tasca propria il diritto ad avere un figlio“, ha dichiarato Filomena Gallo. Secondo il segretario dell’Associazione sarebbe sufficiente, per risolvere la questione, aggiornare i Livelli Essenziali di Assistenza: “In Italia infertilità e la sterilità non sono inserite nei Lea perché sono non riconosciute come patologie a carico del Servizio sanitario nazionale. E’ ora che il Ministero della Salute provveda”.

Credits immagine: sharyn morrow/Flickr CC

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