Siamo il primo paese al mondo per spesa procapite nel gioco d’azzardo. Il dato proviene da una ricerca sulle abitudini degli italiani condotta dal Conagga (Coordinamento nazionale gruppi per giocatori d’azzardo) in collaborazione con il Cnca (Coordinamento nazionale comunità d’accoglienza). Su 1.625 questionari, 1.300 sono stati compilati da giocatori più o meno accaniti, che ammontano quindi all’82 per cento dei cittadini che hanno risposto al sondaggio. Del resto non c’è troppo da stupirsi: con 49 miliardi di fatturato annuo l’impresa dell’azzardo nel 2008 è stata la terza azienda del Belpaese, preceduta solo da Fiat ed Enel.
Il Gratta e Vinci è in assoluto il preferito dagli italiani di tutte le età (35,2%), seguito dal Lotto (24%, soprattutto over 70) e dal Superenalotto (21%). Tra i giovanissimi imperversa l’azzardo online, scelto dal 33 per cento dei ragazzi tra i 10 ed i 19 anni. Ma, indipendentemente dall’età, i veri appassionati amano variare (21,2%) e alcuni, nell’arco di un’unica settimana, arrivano a spendere anche per 5 diversi tipi di gioco. Emergono dall’indagine anche i dati sul problema della dipendenza, che colpisce il 2,75 per cento dei giocatori, ossia quasi un milione e mezzo di persone – contro le 700mila precedentemente ipotizzate. Quando l’azzardo diventa una malattia si arrivano a perdere da 200 a 600 euro al mese. E, soprattutto, si instaura quel circolo vizioso per cui si gioca perché si spera di saldare i debiti accumulati (sebbene l’82 per cento degli appassionati sia cosciente che le le perdite sono più frequenti delle vittorie).
Già segnalato da ricerche analoghe in altri paesi, il binomio apparentemente contraddittorio di gioco d’azzardo e recessione economica in Italia trova ampie conferme. Come si conferma il fatto che a scommettere è soprattutto chi ha meno disponibilità economica. Le fasce estreme dei pensionati e dei giovanissimi, invece, nell’azzardo vedono soprattutto un diversivo eccitante, per ingannare il tempo. (l.d.p.)