Prigionieri di coscienza

Sono 114 i soldati e i riservisti israeliani arrestati dall’inizio dell’Intifada per essersi rifiutati di prestare servizio militare nei Territori Occupati. E, almeno 20 di loro, sono ancora in carcere. E’ quanto denuncia un comunicato di Amnesty International rilasciato oggi in occasione della Giornata Internazionale dell’Obiezione di Coscienza. “Israele deve riconoscere il diritto di rifiutare il servizio militare in base a motivi di coscienza così come contemplato dal Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici che Israele ha sottoscritto”, si legge nel comunicato. Oggi invece chi si rifiuta di combattere è condannato ad alcune settimane e a volte anche a mesi di carcere. Già nel gennaio scorso, 460 riservisti avevano espresso in una lettera aperta il loro rifiuto a “sottomettere, espellere, affamare e umiliare un intero popolo”. Nel settembre 2001, inoltre, 62 studenti tra i 15 e i 18 anni avevano firmato un appello indirizzato ad Ariel Sharon in cui affermavano di non voler prestare il servizio di leva. Documenti al quali il Primo ministro israeliano non ha dato nessuna risposta. (d.d.v.)

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