Il primo alimento modificato con Crispr è un pomodoro

pomodoro
Immagine di Couleur via Pixabay

L’editing del genoma con la tecnologia Crispr sbarca anche nel settore alimentare. Oggi in commercio arriva il primo alimento modificato con la tecnica Crispr-Cas9: si tratta di un pomodoro rosso prodotto e immesso sul mercato giapponese. Ad annunciarlo è l’azienda produttrice, Sanatech Seed, e il lancio è avvenuto il 15 settembre 2021. Le caratteristiche del pomodoro e il processo per ottenerlo sono stati descritti in uno studio su Scientific Reports. La peculiarità è l’elevata concentrazione di Gaba, acido γ-amminobutirrico, già presente nei pomodori e in altre piante. Secondo qualche prima prova – ancora gli studi sono limitati – la sostanza potrebbe aiutare ad abbassare la pressione sanguigna.

Il pomodoro modificato con Crispr

Esistono già degli alimenti, fra cui pomodori, arricchiti con Gaba e si ottengono attraverso particolari tecniche di coltivazione che mirano a ricavare e selezionare il prodotto con la caratteristica desiderata. In questo caso il processo, in laboratorio, consentirebbe di ottenere una resa maggiore del pomodoro, come spiegano dall’azienda. Con Crispr-Cas9 si va a modificare quella parte del genoma che esprime la caratteristica legata al contenuto di Gaba, come spiegano gli autori nel lavoro su Scientific Reports.

Gaba contro l’ipertensione?

Il risultato è una prova lampante delle potenzialità dell’editing genetico per modificare alimenti, in questo caso allo scopo di migliorare la salute dei consumatori. Nei mammiferi, Gaba è uno dei principali neurotrasmettitori, ovvero una sostanza coinvolta nella comunicazione nervosa. In particolare, regola e inibisce l’eccitabilità dei neuroni. Alcune ricerche, infatti, indicano che potrebbe essere d’aiuto nella lotta allo stress e nel favorire il sonno. Per questo esistono degli integratori a base di Gaba, già usati da tempo, ad azione rilassante. Non ci sono ancora vasti studi strutturati che dimostrino che la sostanza combatta anche l’ipertensione, ma qualche prima prova (su animali e su gruppi ristretti di pazienti) supporta questo possibile effetto.

Qualche dubbio e la risposta dell’azienda

Qualcuno ha però sollevato dubbi: in un articolo sul giornale GMWatch (che si occupa di Ogm – organismi geneticamente modificati) si indica che i ricercatori non hanno svolto particolari test sulla sicurezza. La biotech chiarisce che questi test non erano richieste e che il pomodoro non è classificato come Ogm. Inoltre sottolinea che spesso queste modifiche occorrono in maniera naturale e non richiedono un’etichettatura particolare. L’azienda specifica poi che le autorità giapponesi competenti non hanno inserito il pomodoro fra gli ogm, dato che non contiene acidi nucleici esterni. E hanno valutato che non ci sono particolari preoccupazioni sulla sicurezza e per l’impatto sulla biodiversità e sull’ambiente.

Riferimenti: Scientific Reports