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Ecco il primo embrione artificiale, ‘nato’ da un topo e cresciuto in provetta

UN EMBRIONE sviluppato in provetta ma senza utilizzare un ovocita fecondato. Per crearlo infatti si fa ricorso ai suoi componenti elementari: le cellule staminali. A riuscire nell’impresa, per la prima volta, è stato un team di ricercatori di Cambridge, che sulle pagine di Science descrive come indurre in vitro lo sviluppo di una struttura estremamente simile a un embrione naturale, utilizzando unicamente due tipi di cellule staminali embrionali di topo e un’impalcatura 3D composta di matrice extracellulare (un tessuto biologico su cui sono naturalmente ancorate le cellule). Un traguardo importante, spiegano gli autori della scoperta, che potrebbe aiutare in futuro a studiare direttamente in provetta le fasi iniziali, e più delicate, dello sviluppo embrionale, senza ricorrere agli embrioni.

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Simone Valesini

Giornalista scientifico a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. Laureato in Filosofia della Scienza, collabora con Wired, L'Espresso, Repubblica.it.

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