È grazie alla loro abilità “trasformistica” che i prioni, le proteine responsabili sia della Bse che della malattia di Creutzfeldt-Jacob, sarebbero in grado di infettare specie distanti tra loro. Lo affermano i ricercatori dell’Howard Hughes Medical Institute dell’Università di San Francisco dopo aver verificato in laboratorio il comportamento di prioni appartenenti a due diverse specie di lieviti: il Saccaromyces cerevisiae (SC) e il Candida albicans (CA). Unendo un segmento del prione del SC a uno del CA, gli scienziati hanno ottenuto un ibrido capace di infettare entrambi i lieviti, dimostrando così inequivocabilmente il potere del prione di passare da una specie all’altra. La ricerca americana, i cui risultati sono pubblicati su Nature, aiuta a chiarire il meccanismo che scatena il contagio anche tra specie diverse di mammiferi. I prioni del lievito sono infatti simili a quelli dei mammiferi, ma più facilmente manipolabili in laboratorio. Entrambi trasmettono le loro caratteristiche grazie all’interazione proteina-proteina, per cui un prione dall’aspetto anomalo costringe la controparte ad assumere la sua stessa forma. Secondo quanto osservato in laboratorio, una prima mutazione del prione consentirebbe il salto tra specie diverse, mentre ulteriori trasformazioni all’interno delle singole specie darebbero origine alle varie forme assunte dalla malattia (negli esseri umani per esempio le molte varianti della Creutzfeldt-Jakob). (g.d.o)
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