Si chiama Prisma (PRecursore IperSpettrale della Missione Applicativa) ed è il rivoluzionario satellite dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) che nella notte tra l’8 e il 9 marzo sarà lanciato dalla base spaziale europea di Kourou nella Guyana Francese con il compito di monitorare i processi ambientali del nostro pianeta.
Una volta raggiunta l’orbita, a circa 620 chilometri di quota, Prisma osserverà la Terra su scala globale con occhi diversi essendo dotato di una innovativa strumentazione elettro-ottica: a bordo del satellite, infatti, ci sarà lo strumento iperspettrale operativo più potente al mondo, in grado di lavorare in numerose, strette e contigue bande disposte dal visibile al vicino infrarosso (VNIR, Visible and Near InfraRed) e fino all’infrarosso ad onde corte (SWIR, Short Wave InfraRed).
A differenza dei sensori ottici passivi satellitari attualmente operativi, che registrano la radiazione solare riflessa dal nostro pianeta in un numero limitato di bande spettrali (al massimo una decina) la strumentazione a bordo del satellite è infatti in grado di acquisirne 240 (239 bande spettrali più il canale pancromatico); ciò permetterà di raffinare le conoscenze riguardanti le risorse naturali ed i principali processi ambientali in atto, come i fenomeni legati al cambiamento climatico.
La tecnologia iperspettrale permette, infatti, di vedere più dell’occhio umano e di riconoscere non solo le forme degli oggetti ma anche quali elementi chimici contengono. Ogni materiale ha una propria firma spettrale, una vera impronta digitale: una combinazione unica di colori, detti bande spettrali. Lo strumento sarà in grado di analizzare questa firma viaggiando a 27.000 km all’ora, e potrà così identificare un oggetto o risalire alle caratteristiche di un’area sotto osservazione.
La missione potrà dare un contributo senza precedenti all’osservazione dallo Spazio delle risorse naturali e allo studio dei principali processi ambientali (es. interazioni tra atmosfera, biosfera e idrosfera; osservazione dei cambiamenti dell’ambiente e del clima a livello globale; effetti delle attività antropiche sugli ecosistemi). Inoltre, Prisma sarà in grado di fornire preziose informazioni a supporto delle opere di prevenzione rispetto ai rischi naturali (come quello idrogeologico) ed antropici (tra cui l’inquinamento del suolo), del monitoraggio dei beni culturali, delle azioni di ausilio alle crisi umanitarie, delle attività agricole e di sfruttamento delle risorse minerarie.
Riferimenti: Asi
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