Libertà di scelta e informazione sulle tavole, grazie all’etichettatura obbligatoria per i prodotti che contengono organismi geneticamente modificati (Ogm). E’ questa la proposta che la Commissione Europea ha presentato oggi al Consiglio e al Parlamento dell’Unione. Il documento prevede una serie di norme che riguardano la catena alimentare produttiva e distributiva. La riforma, formulata dal commissario alla sanità David Byrne e da quello all’ambiente Margot Wallstroem, riguarda oltre 30 mila prodotti in cui sono presenti gli ogm, e 32 milioni di tonnellate di mangimi. E’ prevista inoltre l’istituzione di un apposito organismo, l’Agenzia per la sicurezza alimentare europea, che valuterà i rischi e approverà la commercializzazione dei prodotti alimentari. Niente più decisioni nazionali, quindi, ma un’unica valutazione centralizzata. I punti forti del documento sono proprio la tracciabilità e l’etichettatura. Il primo principio consente di identificare attraverso un codice gli ogm importati o prodotti per permettere al consumatore di accertare la modifica genetica. L’etichettatura, invece, obbliga gli operatori a comunicare l’origine del prodotto venduto: non soltanto di quello finito che si acquista nei supermercati ma anche delle materie prime, dei semilavorati, e degli ingredienti. Nella riforma però non si parla degli animali nutriti con mangimi derivati da ogm. Decisione, quest’ultima, che ha generato molte perplessità e alcune polemiche, dal momento che proprio dai mangimi è partita l’epidemia di mucca pazza. Nella proposta si prevede inoltre la centralizzazione delle regole che facilita l’autorizzazione alla vendita di alimenti transgenici: basterà, cioè, una sola domanda per ottenere il via libera all’utilizzo di ogm su tutto il territorio comunitario. (r.p.)