Provetta mia, non ti conosco

Sono pochi, sotto utilizzati e, quasi sempre, a mettere mano agli strumenti sono solo i docenti, mentre gli alunni stanno a guardare. È questa, in sintesi, la fotografia sulla diffusione e l’uso dei laboratori nelle scuole italiane scattata dal Gruppo di lavoro interministeriale per lo sviluppo della cultura scientifica e tecnologica.

Per la prima volta gli esperti, guidati dall’ex ministro dell’Istruzione Luigi Berlinguer, hanno deciso di indagare a fondo lo stato dell’arte, commissionando un’apposita ricerca presentata oggi al Cnr, alla presenza del presidente Luciano Maiani. “I laboratori”, spiega Berlinguer “sono fortissimamente carenti alle elementari e alle medie, scarsi nei licei scientifici, pochissimi nei classici. Solo in alcuni istituti tecnici la situazione è migliore. Ma, in genere, queste strutture sono poco frequentate e accessibili”.

A supportare le parole, i numeri. Due le parti dell’indagine. Nella prima (censuaria) sono raccolte le risposte di 11mila scuole sulla generica disponibilità di laboratori scientifici (esclusi quelli di informatica): i laboratori risultano presenti solo nel 27 per cento degli istituti primari e nel 63 per cento delle scuole medie. La percentuale sale alle superiori, con l’80 per cento (anche se a volte ce n’ è solo uno). Ma, nella seconda parte della ricerca, prendono la parola i docenti di 1.400 scuole scelte come campione e il quadro si fa più preciso e impietoso: alle elementari si può accedere ai laboratori quando si vuole solo nel 22 per cento dei casi, alle medie nel 38 per cento, alle superiori nel 49 per cento.

Le aule veramente attrezzate per supportare la didattica sono pochissime: i laboratori “puri” sono solo il 18 per cento alle elementari, il 29 per cento alle medie e alle superiori. A volte (11% dei casi nelle primarie) ci si attrezza in spazi ricavati nei corridoi. Altre (49% dei casi alla primaria, 47% alle medie, 32% alle superiori) gli esperimenti si fanno direttamente in classe. Quanto ai materiali di consumo, sono “scarsi” nel primo ciclo di istruzione, “sufficienti” nel secondo. Le attrezzature, invece, sono “antiche e inutilizzabili” nel 18 per cento dei casi alle elementari, nel 13 alle medie, nell’8 alle superiori. In media, solo un istituto su tre (di ogni ordine e grado) vanta strumenti al top. Scarsa, poi, la presenza di personale esperto di supporto: nel 39 per cento delle scuole primarie non c’è mai un addetto, così come nel 49 per cento delle medie e nel 22 per cento delle superiori.

Quanto alla frequenza di accesso nei laboratori di scienze, il 22 per cento dei docenti delle elementari rivela di non andarci mai con nessuna delle sue classi. La percentuale scende al 16 per cento alle medie e al 10 per cento alle superiori. Tra i ragazzi più grandi le speranze di vedere una provetta sono più alte nei tecnici (il 65% ci va una volta al mese o a settimana), scarsissime al liceo padegogico (si scende al 15%).

Infine, quasi sempre è l’insegnante a eseguire gli esperimenti (73% delle volte alle elementari, 61% alle medie e superiori) mentre i ragazzi stanno a guardare. Peccato perché gli alunni (oltre il 40%) mostrano sincero interesse verso queste attività. (DIRES-DIRE)

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