Quando finisce lo sprint

Gli atleti che gareggiano su distanze inferiori ai mille metri diminuiscono bruscamente la propria velocità all’aumentare della distanza percorsa. Il fatto è abbastanza intuitivo ma Sandra Savaglio dell’Istituto Spaziale di Baltimore e Vincenzo Carboni dell’Università della Calabria sono riusciti a spiegare il repentino calo delle prestazioni durante il primo chilometro di corsa. I due ricercatori, in un articolo pubblicato su Nature, hanno infatti dimostrato che dopo 150-170 secondi dall’inizio della gara, l’atleta passa da un metabolismo anaerobico – tipico degli sprinter alla Mennea – a uno aerobico, proprio di fondisti e mezzo-fondisti. La regola è valida anche per il nuoto dove la transizione tra i due diversi metabolismi avviene dopo i primi 400 metri. Per le performances podistiche sotto ai 10 mila metri, i ricercatori hanno stabilito anche che il tempo impiegato a finire la gara aumenta in modo esponenziale con la distanza che lo sportivo deve percorrere. I due ricercatori hanno poi sfatato il mito che le donne siano migliori degli uomini nelle lunghe gare di corsa. Lievi differenze, infatti, si registrano solo nel nuoto dove la diversa struttura corporea consente alle donne di avere un maggiore galleggiamento e quindi di “planare” meglio sull’acqua (v.p.)

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