Essere coraggiosi non sarebbe tanto una questione di fegato, quanto di cervello. In particolare, la capacità di affrontare e vincere le proprie paure sarebbe legata alla corteccia cingolata subgenuale, un’area posta nella corteccia anteriore. La scoperta, cover story di Neuron, è dei ricercatori del Weizman Institute of Science di Rehvot (Israele) guidati da Yadin Dudai.
Gli studiosi hanno analizzato cosa accade nel cervello umano quando una persona agisce coraggiosamente, quando cioè compie azioni in contrasto con quanto dettato dalla paura. Sono stati arruolati due gruppi di volontari: il primo comprendeva 39 persone con una forte fobia nei confronti dei serpenti (ofidiofobia), il secondo invece era costituito da 22 persone senza particolari timori. Tutti sono stati sottoposti a un esperimento in cui dovevano decidere se avvicinare un vero serpente o un orso giocattolo, dichiarando contemporaneamente il loro stato di paura. Orsacchiotto e serpente erano entrambi posti sopra un nastro trasportatore comandato da un bottone. Durante il test i ricercatori hanno anche registrato l’attività del cervello tramite risonanza magnetica funzionale (fMRI), una tecnica che permette di individuare le zone cerebrali che “si accendono” durante una determinata azione.
La fMRI ha rivelato che, nelle persone con ofidiofobia, la corteccia cingolata subgenuale (sgACC) si attivava quando il serpente si avvicinava, e che si spegneva quando l’animale si allontanava. In particolare l’attività di questa area era massima quando i partecipanti dichiarano di aver paura e la superavano decidendo di avvicinare lo stesso il rettile, ed era minima quando le persone cedevano alla fobia allontanandolo.(a.l.b.)
Riferimenti: Neuron doi:10.1016/j.neuron.2010.06.009
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