Quando le zanzare non se ne vanno con l’arrivo dell’autunno

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Le zanzare non sembrano volersene andare, nonostante l’autunno sia iniziato già da diverse settimane. O almeno così dice il calendario, perché le temperature, al contrario, hanno continuato finora ad essere quasi paragonabili a quelle estive. E alle zanzare si aggiungono le mosche, che, anche in questo caso probabilmente a causa del caldo anomalo registrato nelle scorse settimane, continuano a proliferare e a invadere alcune città. Vediamo quali possono essere le conseguenze sulla nostra salute per quanto riguarda in particolare un prolungamento nella “stagione delle zanzare” e come possiamo proteggerci al meglio.


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Aumenta la diffusione di specie invasive

Già lo scorso giugno lo European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) aveva diffuso un comunicato col quale segnalava la sempre più diffusa circolazione nei paesi europei delle zanzare appartenenti alle specie Aedes albopictus (conosciuta anche come zanzara tigre) e Aedes aegypti, noti vettori per la trasmissione di malattie come la dengue, il West Nile, la febbre gialla. Secondo il rapporto, infatti, a questo aumento nella circolazione delle zanzare è anche seguito un aumento delle persone che si ammalano di West Nile, con più di mille casi registrati in tutta Europa nel 2022, di cui 723 solo in Italia, che è risultata essere in testa alla classifica.

Per quanto riguarda la diffusione delle zanzare, ad aumentare negli ultimi anni è stato in particolare il numero di paesi europei nei quali queste due specie sono presenti, passando da otto paesi nel 2013 a 13 nel 2023. Questo, sottolineano gli esperti, è sicuramente almeno in parte dovuto agli effetti del cambiamento climatico, che stanno tra l’altro diventando sempre più evidenti: le estati si allungano, le temperature medie aumentano, così come diventano più frequenti gli episodi di alluvioni e inondazioni. Tutti fattori che contribuiscono a far somigliare sempre di più il clima europeo a quello tipico delle zone tropicali, di cui queste specie sono originarie.

L’arrivo della zanzara tigre

La presenza della specie Aedes aegypti non è al momento confermata in Italia, mentre abbiamo tutti fatto la conoscenza della zanzara tigre (Aedes albopictus). Di per sé questa specie non è in grado di coprire lunghe distanze, e si pensa che la sua introduzione in Italia e in generale in Europa sia dovuta al trasporto accidentale delle sue uova. Il commercio degli pneumatici (che risultano particolarmente adatti per la deposizione delle uova da parte delle femmine) sembra essere fra i principali “imputati” per la sua diffusione fra continenti diversi.

La zanzara tigre si riproduce principalmente in prossimità di piccole raccolte di acqua stagnante, dai sottovasi, ai tombini, agli annaffiatoi, che possono diventare sede di veri e propri focolai per le larve. Queste costituiscono lo stadio di sviluppo giovanile dell’insetto adulto e possono sopravvivere solo in acqua.

Come proteggersi

Viene da sé, quindi, che per limitarne la diffusione sia innanzitutto necessario eliminare tutte le possibili sedi di riproduzione, evitando ad esempio di abbandonare all’aperto contenitori e materiali che possono raccogliere l’acqua piovana, o cercando di introdurre predatori delle larve (come i pesci rossi) all’interno di fontane o vasche per giardini. Come indica l’Istituto Superiore di Sanità (Iss), è inoltre importante che le autorità locali mantengano puliti e attivi i tombini, effettuino trattamenti larvicidi con cadenza regolare, o interventi di disinfestazione nelle aree particolarmente colpite dalla presenza di zanzare, specialmente se si trovano in prossimità di ospedali o centri per anziani.

Via Wired.it

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