Categorie: SocietàVita

Quanta carne nella dieta degli ominidi

La dieta degli ominidi prevedeva il consumo regolare di carne già 1,5 milioni di anni fa, tanto che la sua assenza nell’alimentazione avrebbe provocato segni evidenti di carenze nutrizionali. Come quella osservata nel cranio di un piccolo ominide (2 anni circa d’età) proveniente dalla gola di Olduvai, in Tanzania, osservata dai ricercatori guidati da Manuel Domínguez-Rodrigo della Complutense University di Madrid.

L’anomalia del cranio, risalente appunto a 1,5 milioni di anni fa, dell’ominide di Olduvai (appartenente agli Hominidae ma di specie non identificata) è una iperostosi porotica, ovvero un’alterazione nella struttura del tessuto osseo associata all’anemia. Nello specifico quella riportata dai ricercatori sarebbe stata correlata a una mancanza di vitamine del gruppo B.

Il consumo di carne tra i primi ominidi era già stato riportato più volte, precisano gli scienziati, ma se questo fosse occasionale o meno non è certo. La scoperta pubblicata su Plos One invece lascerebbe supporre che la sua inclusione nella dieta 1,5 milioni di anni fa fosse già così consolidata che eventuali assenze avrebbero portato all’insorgenza di anemia. Nel caso del piccolo ominide esaminato la carenza avrebbe potuto avere due origini: o mancanza diretta di carne nella sua dieta durante lo svezzamento o in quella della madre, che lo avrebbe ancora alimentato con il suo latte.

Quella del team di Domingez-Rodrigo rappresenterebbe la più antica testimonianza di un consumo regolare di carne tra gli ominidi, importante perché da questo sarebbero dipesi l’evoluzione del cervello, l’organizzazione sociale e gli spostamenti geografici.

Riferimenti e credits immagine:  Dominguez-Rodrigo M, Pickering TR, Diez-Martin F, Mabulla A, Musiba C, et al. (2012) Earliest Porotic Hyperostosis on a 1.5-Million-Year-Old Hominin, Olduvai Gorge, Tanzania. PLoS ONE 7(10): e46414 doi:10.1371/journal.pone.0046414 
 

Redazione Galileo

Gli interventi a cura della Redazione di Galileo.

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