Il nostro modo di percepire i colori potrebbe essere influenzato dalla lingua che parliamo. In russo, per esempio, esistono due parole per indicare il blu: “goluboy” per il blu chiaro e “siniy” per il blu scuro. Secondo una nuova ricerca, è questa la ragione per cui i russi distinguerebbero meglio di altre popolazione le due tonalità, considerandole come colori distinti.
Lo studio è stato condotto a Cambridge (Usa) da ricercatori del Massachusetts Institute of Technology. Volontari inglesi e russi sono stati posti davanti a tre quadrati blu, due della stessa tinta e uno di colore leggermente diverso. L’esperimento consisteva nel riconoscere i due quadrati identici. I russi sono stati più veloci nel trovare la soluzione, mentre gli inglesi non hanno mostrato questa abilità. E c’è di più: se i ricercatori durante l’esperimento disturbavano i volontari russi chiedendo loro di recitare una stringa numerica a mente, l’abilità di distinguere tra “goluboy” e “siniy” svaniva. Secondo quanto riportato sui Proceedings of the National Academy of Sciences, si tratterebbe di una prova del fatto che è effettivamente la proprietà linguistica a influenzare la percezione dei colori.
I risultati confermerebbero una teoria elaborata nel 1930 dal linguista americano Benjamin Whorf, secondo cui sarebbero le nostre parole a determinare il modo in cui noi percepiamo le cose. “Il fatto”, spiega Jonathan Winawer autore dello studio, “non è che gli inglesi non riescano a distinguere il blu chiaro dal blu scuro, ma che i russi non possano fare a meno di distinguerli per parlare correttamente il loro idioma”. Tuttavia, dal momento che le lingue che fanno distinzione tra blu chiaro e blu scuro (circa il 5 per cento di tutti gli idiomi parlati) appartengono a Paesi del Nord, potrebbe anche esserci una ragione fisiologica per cui le persone a quelle latitudini sarebbero più predisposte a scorgere le sfumature del blu. (m.g.)